Campobello di Mazara, il medico e le pedine di Messina Denaro

Il medico Tumbarello e le pedine sanitarie di Messina Denaro

Nell'interrogatorio nuovi spunti su un tema investigativo caldissimo

PALERMO – “Io ricordo che avrò prescritto degli altri accertamenti sulla base delle indicazioni di uno specialista oncologo che mi richiedeva di fare degli altri accertamenti, dove c’era probabilmente l’indicazione e quello che era stato riscontrato dopo l’esame, dopo il ricovero in ospedale a Mazara”.

Sono le parole che il medico di base Alfonso Tumbarello ha riferito al giudice per l’indagini preliminari durante l’interrogatorio di garanzia. La sanità che ha curato Matteo Messina Denaro è un tema investigativo caldissimo. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo sono convinti che le scelte sanitarie di Matteo Messina Denaro non siano state casuali.

A cominciare dalla prima diagnosi del tumore eseguita da un medico di Castelvetrano. “Non si deve fare
l’esame istologico?”, ha chiesto il pubblico ministero Gianluca de Leo, presente all’interrogatorio. Risposta: “Sì, l’esame istologico si può fare se hanno fatto una biopsia oppure a seguito dell’intervento chirurgico”.

Altra domanda del giudice Alfredo Montalto: “A un certo punto lei avrà saputo, immagino, che Bonafede Andrea (il geometra che ha prestato l’identità al capomafia ndr) aveva una patologia tumorale, che doveva accertamenti. Da chi l’ha saputo?”

Sul punto Tumbarello si è trincerato dietro i “non ricordo”: “Non ricordo perfettamente, ma penso che almeno inizialmente sia venuto Bonafede Andrea, il pelato. Non lo posso dare per certo. Mi ha esibito il referto di una colonscopia”.

Che gli aveva prescritto lui? “Non me lo ricordo, che avevo prescritto io non me lo ricordo. Comunque, è venuto con un referto di una colonscopia”.

Chi ha diagnosticato la patologia di Messina Denaro? Potrebbe trattarsi di un medico di fiducia, un consigliere sanitario, una delle tante pedine della rete di protezione del padrino di Castelvetrano.


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