CATANIA – La gestione dei cantieri di lavoro per disoccupati in Sicilia, finanziati con fondi Pac e Fse, è finita sotto la luce dei riflettori a seguito di un’interrogazione parlamentare.
La situazione è stata portata all’attenzione nazionale dal Fatto Quotidiano, dopo che le numerose segnalazioni avevano spinto Dafne Anastasi (Usb Catania) e il consigliere comunale M5sGraziano Bonaccorsi a condurre un’indagine sul campo.
La loro attività ispettiva e l’analisi della documentazione hanno permesso al deputato M5s Luciano Cantone di depositare una formale interrogazione ai Ministri del Lavoro e per gli Affari Europei.
L’interrogazione denuncia “ritardi strutturali nei pagamenti delle borse lavoro per 60 disoccupati coinvolti in quattro cantieri a Catania: a oggi, quasi nessun lavoratore ha ricevuto il compenso dovuto di circa 38,93 euro giornalieri”.
Inoltre, emergerebbero problemi burocratici con l’Inps. Una lavoratrice non ha ricevuto il supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl) a causa di errori nei codici contrattuali, un problema risolto solo dopo l’intervento dell’USB Catania, ma che si ripete in molti altri casi, creando disagio economico per le persone più fragili.
Infine, l’interrogazione sollevadubbi sulla sicurezza nei cantieri. “I lavori edili sarebbero stati eseguiti senza formazione specifica e con l’uso improprio di strumenti pericolosi, mettendo a rischio l’incolumità dei disoccupati. Questo contrasta con la finalità inclusiva dei cantieri, nati per mitigare la povertà”.
“Il governo dovrà dare riscontro concreto all’interrogazione, ma soprattutto, dovrà sollecitare la Regione Siciliana a rispondere su questi ritardi, a risolvere le criticità burocratiche, a garantire l’effettiva erogazione dei fondi e a valutare una ricognizione straordinaria su tutti i cantieri della regione”.
L’obiettivo è assicurare dignità, sicurezza e l’efficace utilizzo delle risorse pubbliche per i lavoratori.