AGRIGENTO – Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di Adriano Vetro, 47 anni, bidello di Favara, accusato dell’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, 62 anni, ucciso lo scorso 27 novembre all’interno della clinica in Via Bassanesi.
La prima udienza del processo si celebrerà il prossimo 22 giugno davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara. Il gup ha altresì rigettato la richiesta della difesa, sostenuta dall’avvocato Santo Lucia, di sottoporre Vetro ad una perizia psichiatrica. I familiari del cardiologo si sono costituiti parte civile nel processo rappresentati dall’avvocato Giuseppe Barba. Anche l’Ordine dei medici di Agrigento sarà parte civile con l’assistenza dell’avvocato Vincenzo Caponnetto.
Vetro è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e per questo motivo non ha potuto neanche beneficiare del rito abbreviato. Il delitto del cardiologo è avvenuto all’interno della clinica nel centro di Favara. Il bidello si è presentato senza appuntamento in ambulatorio, non ancora aperto al pubblico, e ha esploso un solo colpo, letale, di pistola calibro 7.65. Alla base del fatto di sangue, che ha sconvolto l’intera comunità di Favara, il mancato rilascio di un certificato medico indispensabile per ottenere il rinnovo della patente di guida.
A fornire questa versione è stato lo stesso Vetro che ha confessato il delitto dopo essere stato fermato in una casa di campagna, con ancora l’arma in mano e il colpo in canna. Non tutto quello che ha raccontato viene ritenuto credibile. A partire dall’arma utilizzata. Una pistola risultata rubata in provincia di Catania quasi quarant’anni fa. Il bidello, come troppo spesso accade in queste occasioni, dice di averla trovata per caso in mezzo ad una campagna.