"Cascio e Lagalla sono prestanome, Palermo non gli interessa"

“Cascio e Lagalla prestanome, Palermo non gli interessa”

Giusto Catania e l'intervista sulla campagna elettorale. Con bordate annesse.
PALERMO 2022 - L'INTERVISTA
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2 min di lettura

Assessore Giusto Catania, secondo lei, il centrosinistra può vincere a Palermo?
“Penso che ci siano le condizioni ideali, è una occasione irripetibile”.

Giusto Catania, assessore orlandiano, grande capo della Sinistra Civica Ecologista, sta soffrendo, ma solo come interista. L’arcinota (ai calciofili) papera di Radu offusca la vista sullo scudetto. Come uomo che, politicamente, milita al fianco di Franco Miceli, invece, gongola.

Perché è così ottimista?
“Perché il centrodestra è spaccato, anche con il ritiro di Carolina Varchi. I candidati sono tre: Cascio, Lagalla e Lentini. Ma il gioco non è su Palermo. Cascio e Lagalla sono in campo per i loro capicorrente Miccichè e Musumeci e la vera discussione resta su Palazzo d’Orleans, sulle regionali. E poi…”.

E poi?
“All’interno delle correnti e dei partiti ci sono le faide, le fronde. Ci sono presunti amici di Musumeci che vorrebbero eliminarlo politicamente e altri presunti amici di Miccichè che vorrebbero fare lo stesso con lui. Noi parliamo di Palermo, loro parlano di altro e vogliono scaricare su Palermo i problemi del pessimo governo della Regione”.

Non sta esagerando?
“Per niente. Lagalla e Cascio sono prestanome, si sfidano per conto terzi. Avessero avuto una bozza di programma e un candidato unitario, sarei un po’ preoccupato, sondaggi nazionali alla mano. In questo contesto non lo sono affatto”.

Loro dicono che bisogna salvare Palermo dalla sinistra.
“Sì, però, non aggiungono altro. Non c’è uno straccio di idea, non c’è una discussione su niente. Sono divisi sul potere, non sui contenuti. Gli interessano le poltrone, non la città”.

Ma Palermo ha bisogno di essere salvata da chi l’ha governata?
“Non dimentichiamo che due anni di pandemia hanno cambiato tutto e che non è stato facile per nessuno, abbiamo vissuto una fase drammatica che stiamo, parzialmente, ancora vivendo”.

La prossima amministrazione, nel caso vincesse il centrosinistra, dovrà essere in continuità o discontinua?
“E’ un dibattito che non esiste, un tema finto in chiave di contrapposizione. Abbiamo l’obbligo politico della continuità sulle scelte strategiche e della discontinuità sulle cose che si possono migliorare. Anche Orlando è stato tante volte discontinuo verso se stesso”.

Lei aveva lanciato un appello a Franco Miceli affinché ci fosse una accelerazione, è stato ascoltato?
“Direi di sì. Stiamo andando bene con le liste e sceglieremo i candidati presidenti di circoscrizione, tutti con i nostri simboli, a differenza della destra che ha candidati senza simboli di partito e che litiga, ripeto, sul potere”.

Cosa ne pensa della polemica Miceli-Sala sul cimitero dei Rotoli?
“Nessuna polemica. A parte qualche sfumatura il post di Franco Miceli l’avrebbe potuto scrivere Toni Sala. Dicono le stesse cose, con una differenza. Uno già governa, l’altro governerà”.


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