Catania, nel 2024 può puntare in alto? Tocca alla classe dirigente

Catania nel 2024 può puntare in alto Ma ora tocca alla sua classe dirigente

La sfida è alta, la posta in palio enorme

CATANIA –  La notte più lunga dell’anno è già passata. In una Catania radunatasi in piazza Duomo dove ha rilanciato la sua speranza di domani sovrapponendola alle incertezze di oggi. Non c’è nulla di male, non vi è alcuna controindicazione nello scrivere che questa Catania ha tutto il diritto di far emergere quel lato europeo (termine probabilmente improprio) che prova quotidianamente a prendere le distanze da tutto ciò che è marcio e che va estraniato da un contesto che esprime talento, patrimonio naturale e culturale, eccellenza.

Contraddizioni e testimonianza

Certo, lo sappiamo che per Catania sarà un altro anno pieno di tante contraddizioni. Coinvolta dalle tante inchieste giudiziarie, ostaggio dell’insolenza di una malavita che tenta di spadroneggiare in ogni settore, lusingata da un fatalismo gattopardiano già solo difficile da attenuare. 
Ecco perché sarebbe anche ora di dire che occorre puntare, più di quanto non si sia fatto finora, sulla Catania silente ma laboriosa. Sulla Catania lontana dai riflettori della ribalta e che pure riesce a essere testimonianza morale, imprenditoriale e intellettuale.

Una Catania che riesce a sorprenderti nonostante (o, forse, principalmente) la sua concretezza: e sembra quasi uno sconcerto dirlo. Che mette da parte quella bellezza ingannevole perché si limita alla chiacchiera e che diventa capace di sorprenderti dopo secoli di ignavia. Che va oltre ogni diatriba ed i percorsi della nostra rassegnazione. Una Catania che dimostra di puntare in alto oltrepassando il calendario e la cronaca delle sue disillusioni, mettendo in scena una profondità che confonde, scomunicando la sua apparente piattezza.

Sfida per la classe dirigente

Bisogna pur riconoscerlo: alcune cose sono state fatte e bene, ma ora tocca alla politica riuscire con determinazione a far emergere uno spaccato che racconta tanto altro di questo territorio. Fuori dalle scadenze elettorali e da un insopportabile sistema di clientele che ancora detta legge.
La linea è sottile: può essere un 2024 capace di essere narrazione di una svolta oppure di essere l’eterno rosario di assuefazione alla tirare a campare.
La sfida è alta, la posta in palio enorme. Tocca all’attuale classe dirigente dimostrare di esserne all’altezza.


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