Catania, dehors e proroghe: scoppia la polemica Live Sicilia

Catania, dehors e proroghe: scoppia la polemica

Commercianti divisi sull'azione dell'amministrazione comunale targata Bonaccorsi.
SUOLO PUBBLICO
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CATANIA – C’è una polemica aperta sui dehors. Ma ci sono due visioni completamente differenti – da parte di Cna e Fipe – sull’azione della giunta Bonaccorsi in merito alle concessioni del suolo pubblico. Che dovrebbero essere prorogate di un altro mese  – come anticipato da LiveSicilia – dopo il pasticcio del regolamento lasciato in eredità al consiglio comunale dall’assessore Ludovico Balsamo. Un regolamento che è tornato alle commissioni consiliari per le varie criticità emerse. In questo periodo di ‘limbo’ in cui i si sta lavorando per risolvere le anomalie riscontrate e avviare anche un’interlocuzione con associazioni e commercianti arrivano le prime rimostranze su qualcosa che nel sistema delle proroghe non ha funzionato.

La prima è la Cna che con una lunga nota bacchetta l’amministrazione comunale di Catania. “La pioggia di dinieghi emessi dal Comune di Catania in questi ultimi giorni rispetto alle richieste di rinnovo delle concessioni di suolo pubblico presentate dalle imprese commerciali è l’ennesima riprova del combinato disposto di malapolitica e malaburocrazia che sempre più attanaglia il tessuto imprenditoriale della nostra città. La Direzione Attività produttive del Comune di Catania, con più comunicazioni inviate alle imprese di ristorazione che hanno realizzato negli anni passati dehors sui marciapiedi o sulla pubblica via, ha infatti recentemente avvisato che la concessione del suolo pubblico non verrà rinnovata in quanto detti dehors sarebbero privi di regolare titolo edilizio (ossia del permesso di costruire). Una ipotesi interpretativa del tutto lontana dalla legge”, si legge in una nota al vetriolo.

“Tali atti sono irrituali e illegittimi”, dicono Floriana Franceschini e Andrea Milazzo, rispettivamente presidente e segretario di Cna Catania, “in quanto le strutture realizzate dalle imprese in realtà sono prive di quelle caratteristiche di ingombro e di “stabilità” che necessiterebbero del rilascio di un permesso di costruire. Peraltro, è stato lo stesso Comune di Catania a richiedere negli anni passati una Cila e non già un permesso di costruire per la messa in posa dei dehors. Siamo dunque davanti a un atteggiamento contraddittorio e incomprensibile, che arreca un danno secco agli imprenditori che già, per i ben noti fatti di cronaca, si trovano in una complessa situazione finanziaria”. E poi c’è l’aspetto della subordinazione dei rinnovi alla regolarità tributaria, Cna esprime il proprio dissenso su quanto fatto dall’amministrazione comunale. “Lo strano caso del protocollo d’intesa con una singola associazione di categoria che prevede una rateizzazione del dovuto da parte delle imprese in 48 mesi è un accordo davvero al ribasso che ci ha stupiti e che rischia di vanificare i lavori della X Commissione consiliare”, concludono Franceschini e Milazzo. 

E non tarda ad arrivare la risposta di “quell’unica associazione di categoria”. La Fipe Confcommercio con una nota firmata da Dario Pistorio e Francesco Sorbello in cui rigetta le “strumentalizzazioni”. “Innanzitutto premettiamo che l’unico percorso e strumento per evitare che quello dell’utilizzo del suolo pubblico costituisca, invece che una risorsa, una questione di difficile gestione, creando confusione,  è quello di approvare un regolamento che perimetri ciò che è ammesso ed il relativo iter. Nell’attesa che il Consiglio comunale lavori sul testo – scrivono –  che a nostro avviso è del tutto lacunoso per quanto concerne la parte di normativa urbanistica e carente per altri aspetti da Confcommercio già emendati, dobbiamo dare atto al Sindaco f.f. dott. Roberto Bonaccorsi, ma anche all’assessore Trantino ed all’ing. Bisignani,  di aver creato le condizioni per gestire nel migliore dei modi possibili, per l’anno in corso, l’utilizzo dei suoli pubblici”. 

Sui rigetti, infine, Fipe Confcommercio ammette che “sono state rigettate circa 140 istanze per mancanza di titolo abilitativo, ma è altrettanto vero, dai casi sin’ora esaminati che le istanze di rinnovo di suolo pubblico presentate dagli esercenti erano carenti di documentazione e andavano formulate secondo una procedura più idonea per un compiuto esame da parte della conferenza dei servizi e per non essere, quindi, rigettate. Alcune di queste istanze, abbiamo appurato – concludono – se correttamente presentate non sarebbero state, infatti rigettate. In tal senso Confcommercio ha allestito un ufficio dedicato alle istanze di rinnovo di suolo pubblico a cui ci si può rivolgere”. 


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Commenti

    Ho capito bene , un emendamento che favorisce qualcuno , e si dimentica di tutti gli altri commercianti ed artigiani , che da questa forzata chiusura né hanno avuto un
    danno ? Se la Tosap per quest’anno deve essere tolta ed è giusto farlo , la si deve
    togliere a tutti .

    Non so se vi ricordate la famosa pubblicità televisiva anni settanta del Cynar interpretata da Ernesto Calindri che sorseggiava il liquore seduto in un tavolino in mezzo ad una strada trafficatissima, mi sa tanto che i bar vista l’impossibilità di farlo all’interno dei locali e lo spazio limitato dei marciapiedi dovranno necessariamente occupare con i tavolini parte delle sedi stradali.

    Ci sono categorie, mi riferisco ai giostrai , che probabilmente avranno serissimi
    problemi di riapertura . Quale genitore , li farà risalire sui giuochi , dovranno i piccoli
    che necessariamente metterebbero le mani ovunque , munirsi di guanti e mascherine ,
    e poi il rischio che si tocchino , occhi , bocca , quindi semplicemente non li porteranno
    Per costoro i parlamentari di cui sopra hanno previsto qualche incentivo ?

    Allora abbasseranno significativamente anche i prezzi!!!!!! ?

    Allora abbasseranno significativamente anche i prezzi!!!!

    Ciò significa che si perderanno svariate centinaia di posti auto lungo le strade, impedendo ai residenti e non di parcheggiare e ostacolando, al contempo, usi diversi, ma più consoni, delle strade, quali la realizzazione di nuove piste ciclabili o di corsie riservate agli autobus.
    Sarebbe il caso di essere molto prudenti sull’applicazione di tale norma.

    Ma lo spazio del 50% in più , che poi autonomamente , potrebbe raddoppiare , conoscendo i siciliani , dove lo trovano . Cosa facciamo pedonalizziamo , tutte
    le vie dove ci sono , locali di intrattenimento . Ma prima di fare i decreti , poi gli
    emendamenti , poi gli aggiustamenti , non si confrontano con le possibili applicazioni ?
    Certo poi ci mettiamo pure la burocrazia , e la frittata è fatta .

    grazie Musumeci graziae Lega grazie Caronia,grazie Fratelli d’Italia

    I residenti ringrazieranno.
    Dopo la sciocchezza delle strisce dipinte sui marciapiedi per le biciclette tra i pedoni, ora c’é il tavolino per strada.
    Una decisione più intelligente era impossibile?

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