Catania, dehors e proroghe: scoppia la polemica Live Sicilia

Catania, dehors e proroghe: scoppia la polemica

Commercianti divisi sull'azione dell'amministrazione comunale targata Bonaccorsi.
SUOLO PUBBLICO
di
3 min di lettura

CATANIA – C’è una polemica aperta sui dehors. Ma ci sono due visioni completamente differenti – da parte di Cna e Fipe – sull’azione della giunta Bonaccorsi in merito alle concessioni del suolo pubblico. Che dovrebbero essere prorogate di un altro mese  – come anticipato da LiveSicilia – dopo il pasticcio del regolamento lasciato in eredità al consiglio comunale dall’assessore Ludovico Balsamo. Un regolamento che è tornato alle commissioni consiliari per le varie criticità emerse. In questo periodo di ‘limbo’ in cui i si sta lavorando per risolvere le anomalie riscontrate e avviare anche un’interlocuzione con associazioni e commercianti arrivano le prime rimostranze su qualcosa che nel sistema delle proroghe non ha funzionato.

La prima è la Cna che con una lunga nota bacchetta l’amministrazione comunale di Catania. “La pioggia di dinieghi emessi dal Comune di Catania in questi ultimi giorni rispetto alle richieste di rinnovo delle concessioni di suolo pubblico presentate dalle imprese commerciali è l’ennesima riprova del combinato disposto di malapolitica e malaburocrazia che sempre più attanaglia il tessuto imprenditoriale della nostra città. La Direzione Attività produttive del Comune di Catania, con più comunicazioni inviate alle imprese di ristorazione che hanno realizzato negli anni passati dehors sui marciapiedi o sulla pubblica via, ha infatti recentemente avvisato che la concessione del suolo pubblico non verrà rinnovata in quanto detti dehors sarebbero privi di regolare titolo edilizio (ossia del permesso di costruire). Una ipotesi interpretativa del tutto lontana dalla legge”, si legge in una nota al vetriolo.

“Tali atti sono irrituali e illegittimi”, dicono Floriana Franceschini e Andrea Milazzo, rispettivamente presidente e segretario di Cna Catania, “in quanto le strutture realizzate dalle imprese in realtà sono prive di quelle caratteristiche di ingombro e di “stabilità” che necessiterebbero del rilascio di un permesso di costruire. Peraltro, è stato lo stesso Comune di Catania a richiedere negli anni passati una Cila e non già un permesso di costruire per la messa in posa dei dehors. Siamo dunque davanti a un atteggiamento contraddittorio e incomprensibile, che arreca un danno secco agli imprenditori che già, per i ben noti fatti di cronaca, si trovano in una complessa situazione finanziaria”. E poi c’è l’aspetto della subordinazione dei rinnovi alla regolarità tributaria, Cna esprime il proprio dissenso su quanto fatto dall’amministrazione comunale. “Lo strano caso del protocollo d’intesa con una singola associazione di categoria che prevede una rateizzazione del dovuto da parte delle imprese in 48 mesi è un accordo davvero al ribasso che ci ha stupiti e che rischia di vanificare i lavori della X Commissione consiliare”, concludono Franceschini e Milazzo. 

E non tarda ad arrivare la risposta di “quell’unica associazione di categoria”. La Fipe Confcommercio con una nota firmata da Dario Pistorio e Francesco Sorbello in cui rigetta le “strumentalizzazioni”. “Innanzitutto premettiamo che l’unico percorso e strumento per evitare che quello dell’utilizzo del suolo pubblico costituisca, invece che una risorsa, una questione di difficile gestione, creando confusione,  è quello di approvare un regolamento che perimetri ciò che è ammesso ed il relativo iter. Nell’attesa che il Consiglio comunale lavori sul testo – scrivono –  che a nostro avviso è del tutto lacunoso per quanto concerne la parte di normativa urbanistica e carente per altri aspetti da Confcommercio già emendati, dobbiamo dare atto al Sindaco f.f. dott. Roberto Bonaccorsi, ma anche all’assessore Trantino ed all’ing. Bisignani,  di aver creato le condizioni per gestire nel migliore dei modi possibili, per l’anno in corso, l’utilizzo dei suoli pubblici”. 

Sui rigetti, infine, Fipe Confcommercio ammette che “sono state rigettate circa 140 istanze per mancanza di titolo abilitativo, ma è altrettanto vero, dai casi sin’ora esaminati che le istanze di rinnovo di suolo pubblico presentate dagli esercenti erano carenti di documentazione e andavano formulate secondo una procedura più idonea per un compiuto esame da parte della conferenza dei servizi e per non essere, quindi, rigettate. Alcune di queste istanze, abbiamo appurato – concludono – se correttamente presentate non sarebbero state, infatti rigettate. In tal senso Confcommercio ha allestito un ufficio dedicato alle istanze di rinnovo di suolo pubblico a cui ci si può rivolgere”. 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI