Catania, inchiesta sui bimbi ucraini: dissequestrato il telefonino

Catania, inchiesta sui bimbi ucraini: restituiti i telefoni e i pc all’indagata

"Sequestro legittimo, ma basta fare copia"

CATANIA – Il “sequestro probatorio, attesa l’idoneità degli elementi su cui si fonda la notizia di reato” è stato “legittimo” all’acquisizione. Ma “le esigenze probatorie indicate dal pm non impongono la necessità di mantenere” il provvedimento. E’ sufficiente, per i giudici, estrarre la memoria e farne copia. Lo scrive la quinta sezione del Tribunale del riesame di Catania.

L’inchiesta

I giudici hanno disposto “la conferma del sequestro con restituzione all’avente diritto dei beni, previa estrazione e copia informatica della memoria dei telefoni e dei notebook” a Yuliya Dynnichenko. Ucraina di 46 anni, è indagata per violenza privata e minacce aggravati commessi in danno di minorenni orfani e con abuso dei poteri connessi alla funzione di tutrice. È indagata nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura sul rimpatrio, contro la loro volontà, di minorenni che erano in affido a famiglie siciliane.

Il difensore

La donna è difesa dall’avvocato Giuseppe Lipera che ha presentato il ricorso contro il sequestro dei telefonini e di notebook dell’indagata. Il decreto, eseguito dalla polizia postale, era stato emesso dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Francesco Camerano. La donna è anche indagata per estorsione e tentata estorsione: secondo l’accusa avrebbe chiesto dei soldi a famiglie italiane per fare agevolare l’arrivo di ragazzi ucraini in Italia o per la loro adozione.


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