La morte del piccolo Luigino: a processo medici e periti

La morte del piccolo Luigino: a processo medici e periti

Due procedimenti paralleli. La ricerca di verità dei genitori.
IL CASO GIUDIZIARIO
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CATANIA. E’ il luglio del 2016. Agli sgoccioli della sua gravidanza regolare Norina Pirrera, accompagnata dal marito Giuseppe Messina (felice coppia di Gela) si recano al Garibaldi-Nesima ci Catania per il parto programmato di due gemelli, un maschio e una femmina. Se la sorellina riesce a respirare autonomamente, però, il piccolo Luigi viene subito trasferito per problemi respiratori all’unità di terapia intensiva neonatale, dove è tenuto per qualche giorno prima di essere estubato. Ma il piccolo non riesce a resistere in autonomia neanche per ventiquattro ore e deve essere nuovamente intubato. 

E’ qui che comincia il calvario della coppia. I medici si rendono conto che il bambino ha il dotto di Botallo aperto, ovvero il canale che porta il sangue dall’arteria polmonare all’aorta. Si decide di procedere chirurgicamente alla chiusura: una equipe che arriva dall’ospedale San Vincenzo di Taormina interviene e il piccolo viene rimesso sotto osservazione. Ma non riaprirà più gli occhi.

Da lì in poi si apre una vicenda giudiziaria quasi paradossale che apre due processi paralleli.
Nel primo sono stati rinviati a giudizio i medici Fabrizio Gandolfo, Marcello Campisi e Salvatore Agati: la prima udienza avrà luogo il 24 aprile dell’anno prossimo. 

Nel secondo si sta svolgendo il processo abbreviato con tre periti nominati dalla Procura (un quarto è venuto a mancare prematuramente) con l’accusa di avere presentato delle false perizie nel merito della morte del piccolo Luigi. Nello specifico, si tratta di Orazio Cascio, Filippo Dones, Enrico Reginato.
Tutti e tre hanno, come detto, hanno scelto il rito abbreviato condizionato ad una nuova perizia, istanza che però il giudice Giuseppina Montuori ha rigettato, che ha già celebrato la prima udienza: il prossimo 21 settembre vi saranno le discussioni finali della parti.

“Non si può accettare una morte del genere, chi ha sbagliato dovrà pagare per l’errore che ha fatto. Nessun altro bambino deve fare la fine del nostro Luigi”, aveva ripetuto più volte Giuseppe Messina, papà di Luigino, immediatamente dopo la tragedia.
Ed oggi, probabilmente, la verità su accaduto e responsabilità pare farsi sempre più vicina.


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