Catania, l'inchiesta sull'agguato di ieri: indagini serrate

Catania, l’inchiesta sull’agguato di Monte Po: indagini serrate

Nessun avvertimento: chi ha sparato l’avrebbe fatto per uccidere.

CATANIA. Quella della droga resta il movente più accreditato. Ma non l’unico. Sono indagini a tutto campo quelle condotte dagli agenti della Squadra mobile di Catania sulla scorta degli elementi raccolti tra la sera scorsa di ieri e la mattinata di oggi nell’intento di far luce sul ferimento, a colpi di pistola, avvenuto ieri a Largo Serafino Amabile Guastella. In pieno quartiere di Monte Po.
Ad essere centrato ad altezza uomo è stato un pregiudicato di 41 anni, S. C. le iniziali del nome.
Quello che emerge in modo netto è, semmai, che a differenza di recenti ed analoghi episodi non si è trattato di una sorta di avvertimento: ovvero, di colpi d’arma da fuoco esplosi per ferire la vittima di turno.
Dalla ricostruzione dei fatti, apparirebbe chiaro che in questa circostanza si sia sparato per uccidere.
Gli investigatori si sono recati sulla scena del fatto. Hanno ascoltato il 41enne attualmente ricoverato all’ospedale San Marco di Catania e che sarebbe fuori pericolo. Hanno ricostruito, ascoltando parenti e amici, le ultime ore del ferito provando a venire a capo dell’agguato. 

Di certo c’è anche un altro fatto. Anche qui, a differenza di altre volte, le forze dell’ordine sembrerebbe essere state informate dell’accaduto non dal personale medico bensì (e questo è fatto inedito) da una segnalazione anonima.
La segnalazione sarebbe giunta alle 18.35 in contemporanea all’episodio di fuoco.
Il 41enne ha alle spalle precedenti anche per spaccio di droga.
Non si escludono risvolti d’indagine già nelle prossime ore.


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