Catania, il patto finanziario tra clan mafiosi - Live Sicilia

Mafia, pizzo, appalti: il patto tra Santapaola e Laudani

Il retroscena del blitz Odissea eseguito ieri da Squadra Mobile e commissariato di Acireale.

CATANIA – Estorsione ma anche appalti. Tutto da spartire tra i clan Santapaola e Laudani. Un patto economico siglato ad Acireale per poter meglio gestire gli affari illeciti e magari garantire più introiti alle casse delle due famiglie mafiose evitando ‘tensioni e scontri’. Una strategia criminale che emerge negli atti dell’operazione Odissea che ieri ha neutralizzato la nuova cupola acese di Cosa nostra retta da Nino ‘coca cola’ Patanè. Il 21 novembre 2019 c’è un incontro tra Sebastiano Cutuli e i santapaoliani Rosario Panebianco, Carmelo Messina e Giuseppe Florio. Al centro della ‘riunione’ la questione inerente l’estorsione che il gestore di un ristorante di Stazzo (borgo marinaro acese) non avrebbe voluto pagare scaricando la palla al proprietario dell’immobile. E allora si cerca una soluzione.

Cutuli suggerisce: “Lui glieli mette nell’affitto, e basta più!”. Poi la discussione però si è spostata sulla realizzazione del parcheggio scambiatore a piazza Roma, nella zona dei Cappuccini. “Ne sai qualcosa del posteggio… dei Cappuccini?”, chiede Cutuli ai tre santapaoliani. Panebianco propone: “Gli mandiamo a due… uno… incomprensibile”. Per il gip Pietro Currò è evidente l’interesse per ottenere il pizzo dalla ditta appaltante.

Sono diverse le intercettazioni dove i membri del triunvirato e gli affiliati al gruppo acese di Cosa nostra dialogano di ‘droga’ e  anche di “debiti” con Sebastiano Cutuli.  Ma chi è Seby Cutuli ‘u banditu’? Per la magistratura sarebbe stato un referente della frangia di Acireale del clan Laudani. Il suo nome è nella lista degli indagati, ma per lui non è stata richiesta alcuna misura cautelare. A parlare di lui è anche lo zio acquisito Giuseppe Florio, il titolare della ditta di autonoleggio Briocar finita sotto sequestro e personaggio dei Santapaola della città dei cento campanili. “Ce l’aveva nel sangue di fare sta vita (mafiosa, ndr)”, commenta Florio che confessa però che quando lo vede con “quelli” (i Laudani, ndr) “mi bugghieva u sangu (si innervosiva, ndr)”. Da quella stessa conversazione emerge inoltre che Cutuli sarebbe legato “all’africano”, nomignolo del boss storico di Acireale dei Laudani Carmelo Pavone, arrestato nel maxi blitz del 2016 Vicerè. Se n’è sceso alla stazione (quartier generale dei Laudani ad Acireale, ndr), quello (Pavone, ndr) appena ha visto diciott’anni, pulito, questo e quell’altro”, racconta Florio inconsapevole di essere intercettato. C’è una conversazione (dell’estate 2020) anche dove si discute dell’imminente scarcerazione di Pavone.

Per il gip, insomma, tra i due gruppi ci sarebbe stata “piena collaborazione nella gestione delle estorsioni”, con l’accordo dei Santapaoliani di rifornire i Laudani di “cocaina”.  

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