Catania, pizzo e cavallo di ritorno: arrestati NOMI- Live Sicilia

Catania, pizzo e cavallo di ritorno: arrestati gli intermediari NOMI

I particolari dell'operazione scattata all'alba
CARABINIERI
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Protezione criminale in cambio di un regalo. Il ‘dono’ mensile era un vero e proprio pizzo. È questo il modus operandi che avrebbero utilizzato i dieci indagati coinvolti nell’operazione The Gift scattata stamattina all’alba. I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito l’ordinanza nei confronti di 10 persone, 6 in carcere e 4 obblighi di dimora, accusati a vario titolo di estorsione aggravata dal “metodo mafioso”, acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti e furto aggravato. 

I nomi degli indagati destinatari di una misura cautelare in carcere: Emanuele Bonaccorso, 35 anni, Roberto Boncaldo, 57 anni (già detenuto), Giovanni Edoardo Caruana, 30 anni (già detenuto), Gaetano Agatino Murabito, 49 anni, Giuseppe Strano, 55 anni,  Daniele Francesco Ventimiglia, 25 anni. Obbligo di dimora invece per Salvatore Assennato, 30 anni, Rosario Petralia, 37 anni, Antonio Oreste Prelati, 48 anni, Concetto Privitera, 60 anni. 

L’indagine, che è stata condotta dai Carabinieri della Tenenza di Misterbianco dall’ottobre al dicembre 2020, ha permesso “di quantificare gli illeciti proventi derivanti dalle attività estorsive in circa 5.200 euro complessive”. Nel corso dell’inchiesta i militari hanno arrestato in flagranza uno dei responsabili e poi fermato il complice.  Entrambi sono stati già condannati con il rito abbreviato.
Ma gli investigatori non si sono fermati, così hanno documentato altre attività illecite. Nel mirino dei furfanti semplici cittadini, inizialmente vittime di furto di veicoli e dopo agganciati con il metodo del “cavallo di ritorno”. Insomma per poter riavere indietro l’auto rubata avrebbero dovuto pagare il ‘pizzo’ agli intermediari. Il ‘prezzo’ variava in base ai cavalli della macchina e al rapporto d’amicizia tra il derubato e il ‘rappresentante’ dei ladri. Le indagini poi si sono allargate allo spaccio.

Uno degli indagati che ha dimostrato di sapersi districare in vari ambiti ‘criminali’ è Giuseppe Strano: “dalle estorsioni a carico di un commerciante di automobili aggravate dal metodo mafioso alla compravendita “all’ingrosso” di ingenti quantitativi di stupefacenti destinati al rifornimento delle numerose piazze di spaccio presenti nel capoluogo etneo e nell’hinterland catanese”. Inoltre i carabinieri lo descrivono come un “intermediario qualificato per il ritrovamento di veicoli rubati”. 


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