L’intero centrodestra si stringe attorno a Renato Schifani per il lancio della campagna elettorale dell’ex presidente del Senato alla guida della Presidenza della Regione. Ci sono leader nazionale ed esponenti della politica regionale. Due file del Politeama multisala sono piene di big. Ci sono Matteo Salvini, Antonio Tajani, Licia Ronzulli e Francesco Lollobrigida. Ma ci sono anche Gianfranco Miccichè, Giorgio Mulè, Totò Cuffaro, Alessandro Aricò, Saverio Romano, Giusi Savarino, Luca Sammartino e Valeria Susano, Giuseppe Milazzo, Marco Falcone e Salvo Pogliese. GUARDA LE FOTO DELLA CONVENTION
C’è, ancora, il fedelissimo di Schifani Piero Alongi, Francesco Cascio e Francesco Scoma, Vincenzo Figuccia e Marianna Caronia. Tanti sono i nomi e sicuramente – ce lo perdoneranno – tantissimi dei presenti non son citati. C’è poi il popolo del centro destra che riempie la sala ed è pronto ad applaudire e ad accogliere i leader sul palco. In tanti sono rimasti fuori per non prendere il caldo palermitano, assistere agli interventi dal maxi schermo all’esterno. Lì in tanti discutono, si confrontano mentre si ragiona di numeri.
Non manca infine il saluto telefonico di Silvio Berlusconi che rivendica la scelta di Schifani e afferma “Schifani è la persona più adatta per la guida della Regione siciliana. Con la sua autorevolezza potrà dialogare con i ministri e i sottosegretari alla pari”.
C’è un assente eccellente. Non c’è infatti il presidente della Regione uscente Nello Musumeci. A Musumeci rivolge il suo saluto Schifani. “Non è facile guidare questa Regione. Musumeci è stato capace di non cambiare assessori come ha fatto Crocetta. E’ stato capace di governare la pandemia, e di porre i temi dell’insularità”,
Ad aprire la convention è il sindaco di Palermo Roberto Lagalla che sul palco si è detto “orgoglioso di guidare Palermo come rappresentante della coalizione del centrodestra” invitando i sostenitori a replicare l’impegno e il successo che lo ha portato alla guida del Comune di Palermo.
Sono seguiti gli interventi di Pippo Enea per la nuova Dc, Saverio Romano di Noi moderati, gli esponenti di Forza Italia Gianfranco Miccichè, Licia Ronzulli e Antonio Tajani, Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini leader della Lega.
Schifani non commenta le dichiarazioni di chi lo attacca se non per le righe. “Non ci interessa chi arriverà secondo o terzo. Non ci interessano i sondaggi”. Non rispondo ad infamie ed accuse: “Gli altri competitor – commenta Schifani – si facciano la loro strada, mi hanno definito una mummia e si arrabbiano perché non rispondo. Risponderò solo a chi si confronta sui temi”
Il candidato a Palazzo d’Orleans rivendica il confronto con i corpi intermedi. “Sono categorie produttive del paese. Non lobby. Questi corpi intermedi vanno ascoltati”. E ascoltandoli si apprende “che gli investimenti non arrivano perchè le risposte della burocrazia non arrivano in tempo. Non ho nulla contro la burocrazia ma la Pubblica amministrazione deve decidere: o si o no”. Poi Schifani parla di come nascerà la squadra. Gli assessori devono conoscere la materia di cui si deve occupare. Poi i riferimenti all’alta velocità e al ponte sullo Stretto.
Il tema delle province è centrale. Poco prima Salvini sul palco ha affermato che la loro guida “non può essere un dopo lavoro”. Poi Schifani torna sul tema di cui promette “ce ne ne occuperemo nei primi cento giorni”, “dobbiamo reintrodurle”.
Poi Schifani parla di ambiente. “Vogliamo due termovalorizzatori” da fare con una “norma Gualtieri”, una norma straordinaria, in altre parole, che dia poteri straordinari per la realizzazione ai sindaci di Palermo e Catania.
Non mancano i momenti in cui la commozione spezza la voce di Schifani. Lo fa in un primo momento quando apostrofa Miccichè come “fraterno amico”. Accade in modo più evidente quando il candidato alla presidenza della Regione fa riferimento alla malattia, superata, che lo ha colpito lo scorso anno. Schifani ha ringraziato la moglie Franca seduta in prima fila e famiglia. “Avevo deciso di cambiare stile di vita per apprezzare di più la quotidianità e la natura dedicando meno tempo alla dialettica politica. Ma sono un combattente”. Da qui la decisione di accettare la sfida della candidatura alla Regione.