“Ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”, così Giorgia Meloni definisce Luigi Li Gotti. È colui che ha presentato l’esposto da cui è partita l’inchiesta della Procura di Roma.
La definizione “di sinistra” non è perfettamente in linea con il passato politico di Li Gotti, conosciuto soprattutto per essere stato l’avvocato di una serie di pentiti di mafia.
La carriera da avvocato di Li Gotti
L’avvocato, nato a Crotone 78 anni fa, ha assistito Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo. Killer spietati e boss di Cosa Nostra che hanno scelto la strada della collaborazione con la giustizia. In quegli anni quando qualcuno si pentiva ecco che spuntava l’avvocato Li Gotti. Sceglierlo era un passaggio praticamente obbligato.
Nella carriera di Li Gotti ci sono la costituzione di parte civile nel processo per la strage di Piazza Fontana. Ha assistito anche i familiari degli uomini della scorta di Aldo Moro morgi per mano delle brigate rosse e del commissario Luigi Calabresi. Di recente ha assistito i familiari delle vittime del naufragio di Cutro, in Calabria.
Li Gotti e la politica
Nel suo passato c’è anche la politica. Negli anni ’70 fu eletto in consiglio comunale a Crotone per il Movimento sociale italiano. Nel 2002 ha aderito all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, di cui era responsabile del fipartimento Giustizia. Nel 2008 è stato eletto senatore in Emilia-Romagna.
Centrato è il riferimento della premier Meloni alla vicinanza fra Li Gotti e Prodi. Nel 2006, infatti, è stato sottosegretario alla Giustizia.
Li Gotti: “Ho fatto una scelta giudiziaria”
Una scelta politica, la denuncia della premier per il caso Almasri? “Ho fatto una scelta giudiziaria. Da comune cittadino, non posso chiedere dimissioni. Ho visto aspetti di possibile reità e ho fatto una denuncia, doverosa”. Lo ha detto l’avvocato Luigi Li Gotti a Radio 24. E alla domanda se dietro l’iniziativa ci sia Romano Prodi, nel cui governo è stato sottosegretario, l’avvocato ha risposto: “non ci ho mai parlato in vita mia con Prodi. Io rispondo alla mia coscienza”.
Quanto all’accusa di aver difeso mafiosi, “ho fatto diverse cose tra cui anche la difesa di collaboratori di giustizia”. Fu Falcone a chiedermi se ero disposto a assumere la difesa di Francesco Marino Mannoia perche era rimasto senza difesa e io per dovere deontologico ho accettato” ha replicato Li Gotti, ricordando tra le sue difese quella dei familiari dei carabinieri uccisi in via Fani, e delle vittime di Piazza Fontana e della famiglia Calabresi