Cicloni, tragedie, omicidi: un anno di 
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Cicloni, tragedie, omicidi: un anno di 
cronaca oltre il covid

Un racconto, quello del 2021, in cui predomina il colore rosso.

CATANIA – Si chiude con il sangue questo anno di narrazione giornalistica. Il sorriso di Stefano Amoruso si è spento stamattina alle 8 in un tragico incidente avvenuto sulla Catania-Siracusa. Sbalzato fuori dal suo abitacolo, il corpo è stato recuperato tra le campagne verdi sotto il viadotto. Ancora lacrime per un numero di vittime spropositato nelle strade catanesi. Solo pochi giorni fa il 78enne Alfio Trovato ad Aci Castello. Senza dimenticare il siracusano morto il 21 dicembre e poche ore prima Gaetano Benincasa deceduto in uno schianto sulla 114. Un dolore lancinante che si unisce ad altre scomparse. Purtroppo il bollettino è lungo. Troppo lungo.

Questo è stato l’anno anche delle vittime delle intemperie: tre morti è un bilancio troppo pesante per una sola provincia. A Scordia il ciclone di ottobre ha portato via i coniugi Stefano e Angelo Gambera. A Gravina di Catania Paolo Grassidonio è morto travolto dal fiume di pioggia per cercare di salvare altre vite. 

Fin qui un dramma rosso sangue davanti a cui si rimane impotenti. Incapaci di comprendere e capire. Lacrime inconsolabili per i familiari che restano a guardare il tempo che continua a scorrere inesorabile. 

La vita è stata spezzata anche dalle mani di chi non aveva alcun diritto di toglierla. Mani assassine. Erano passati diversi anni da un caso di lupara bianca a Catania. Enzo Timonieri è stato ammazzato mentre si trovava in macchina. Un colpo dritto alla nuca. Anzi tre. Aveva solo 26 anni, ma già nel mondo criminale aveva i suoi giri di spaccio a San Cristoforo. Una volta ucciso è stato seppellito nelle dune di Vaccarizzo. Era febbraio. Il suo corpo è stato ritrovato solo a giugno: ma solo perché gli assassini hanno deciso di confessare e portare i carabinieri nel luogo dove era stato nascosto il cadavere. 

E nel racconto ‘rosso’ sangue non si possono dimenticare i tre femminicidi di Catania: Vanessa Zappalà, uccisa ad Acitrezza la scorsa estate, Ada Rotini, ammazzata a Bronte a settembre, Jenny Cantarero, freddata per strada a Lineri, frazione di Misterbianco, poche settimane fa. Gli assassini di Jenny e Vanessa si sono suicidati; quasi la replica di un film dell’orrore. 

Ma in questo fiume di cronaca nera, è impossibile non citare la sparatoria avvenuta fuori dalla chiesa della frazione acese di Maria Degli Ammalati. Una pallottola ha ferito un carabiniere che libero dal servizio ha deciso di aiutare i suoi colleghi per sedare una rissa scoppiata tra familiari per una banale classifica dei posti assegnati per seguire la comunione di un bambino. “Sebastiano Giovanni Grasso è un’eroe del quotidiano”, così lo ha definito il generale Leo Luzi andandolo a trovare al Cannizzaro di Catania. E questa terra, forse, ha sempre più bisogno di eroi come Sebastiano. 


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