PALERMO – Si erano insediati sotto elezioni regionali. Ma i commissari delle Città metropolitane di Palermo e Catania dovranno già traslocare. Il Tar ha infatti sospeso i decreti di decadenza dei precedenti sindaci metropolitane, rendendo quindi nulle al momento quelle nomine, e di fatto riportando al vertice delle ex Province Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. Lasciano quel posto quindi Girolamo Di Fazio e Salvo Cocina. Resta invece al momento al vertice della Città metropolitana di Messina Francesco Calanna, visto che né il Comune né il sindaco Accorinti finora hanno presentato ricorso. Ma la pronuncia potrà presto essere estesa anche a quell’ente. L’ordinanza prevede però ancora il commissariamento del Consiglio metropolitano.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha sospeso, quindi, i decreti regionali con i quali era stato disposta la decadenza dalla carica di sindaci metropolitani di Catania e Palermo rispettivamente di Enzo Bianco e Leoluca Orlando, sindaci dei due capoluoghi, con la conseguente nomina di Commissari. Lo ha fatto accogliendo tre distinti ricorsi. Uno è stato presentato direttamente da Orlando, assistito dall’avvocato Massimiliano Mangano; un altro è del Comune di Palermo, difeso dall’avvocato Giulio Geraci; l’altro, come detto, è di Enzo Bianco, assistito nell’occasione dagli avvocati Daniela Macrì e Rosario Orazio Russo.
“Con un provvedimento che è tecnicamente di sospensione ma che già nel merito esprime forti giudizi sulla illegittimità formale degli atti adottati dalla Regione – afferma Leoluca Orlando – il Tribunale Amministrativo ha ripristinato una condizione di legalità e legittimità democratica e darà la possibilità di riprendere un percorso di ri-costruzione di questi enti intermedi, massacrati da un lunghissimo periodo di incertezza e mortificazione che ha determinato gravissimi danni alla funzionalità e ai servizi resi ai cittadini”.
Per quanto riguarda Orlando, poi, nell’ordinanza c’è un passaggio che rafforza la posizione del sindaco: essendo stato eletto primo cittadino quando la norma che prevedeva l’automatismo tra quel ruolo e quello di sindaco metropolitano era già vigente, di fatto, Orlando va considerato già “eletto” dai cittadini. Leggermente diversa la posizione di Bianco, diventato sindaco metropolitano senza passare da ulteriori consultazioni elettorali. “Credo importantissimo – ha infatti sottolineato Orlando – il fatto che i Giudizi Amministrativi, nel caso specifico di Palermo, hanno anche riconosciuto che l’elezione di giugno era da intendersi come una elezione diretta anche per la carica di Sindaco Metropolitano, essendo avvenuta in un quadro normativo ben chiaro e definito. È un altro tassello positivo che allontana il buio periodo dello stato di calamità istituzionale che ha contraddistinto la Regione siciliana negli anni scorsi”. Una chiara frecciata a Rosario Crocetta, l’ex governatore che in quei giorni spiegò che la decadenza dei sindaci era un “atto dovuto”: “Devo commissariare gli enti – ha spiegato Crocetta – e non posso fare altrimenti. Orlando, Bianco e Accorinti non hanno titolo per stare lì. Non mi possono chiedere anche questo sacrificio”. Per il momento il Tar ha sospeso però quella decisione.