PALERMO – I soldi destinati a potenziare anticorruzione e trasparenza all’Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo potrebbero essere usati per assumere e stipendiare psicologi. Il caso emerge da un carteggio tra i vertici dell’azienda e il dirigente che si occupa proprio dell’anticorruzione in un uno degli ospedali più grandi del Mezzogiorno.
Nella delibera del 12 dicembre 2018 a firma dell’ex commissario straordinario del Civico, Giovanna Volo, si propone testualmente di “dare atto che la direzione strategica di questa Azienda (…) desidera utilizzare i fondi residui” del progetto denominato ‘Implementazione del codice etico nelle aziende sanitarie’, per poter proseguire lo studio del team di psicologi diretto dalla Dott.ssa Angela Di Pasquale”. Cinque psicologi sotto contratto libero professionale a 1.216 euro mensili per 24 mesi, per una spesa totale di 145.920 euro, da assumere tramite avviso pubblico e regolare procedura concorsuale; nella delibera viene esplicitamente indicato che le spese “graveranno interamente sul finanziamento residuo” del progetto di potenziamento dell’anticorruzione, il cui budget a disposizione è di 229.583 euro.
Insomma, nei documenti si parla chiaramente di “storno” di una cifra altrimenti destinata alla realizzazione di una linea progettuale di tutt’altra natura. A mettere in guardia la dirigenza del Civico sulla gestione dei fondi è stato il dirigente dell’Ufficio per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, Tommaso Delisi, con una nota del 18 dicembre 2018. Nel chiedere la revoca immediata della delibera o quantomeno la sospensione, Delisi elenca, a suo dire, i motivi dell’illegittimità del riutilizzo delle somme del progetto ‘Implementazione del codice etico nelle aziende sanitarie’: “Non solo perché la conclusione del suddetto progetto potrebbe intervenire in tempi brevi”, mettendo quindi l’ospedale a rischio inadempienze, ma anche “in considerazione del fatto che l’Ufficio per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza è dotato di un suo ‘budget’ autonomo, insuscettibile, pertanto, di storni di somme ad altri uffici e per altre finalità”. Quei soldi, insomma, non potrebbero essere utilizzati per altri scopi.
Delisi contesta anche una ‘anomalia nell’anomalia’, un conflitto di interessi relativo a una delle figure coinvolte nello storno della somma, al contempo dirigente dell’Unità operativa complessa Affari generali e responsabile del Servizio per l’internazionalizzazione e la ricerca sanitaria (Sirs); sostanzialmente, la dirigente avrebbe dovuto ‘consultare se stessa’ prima di procedere.
Con l’arrivo al vertice dell’azienda di Roberto Colletti, direttore generale che ha sostituito Giovanna Volo, la delibera della discordia è ‘congelata’ e la questione rimane aperta. Il 7 gennaio 2019, quindi pochi giorni fa, Delisi torna però a cercare un contatto con la dirigenza del Civico, compreso Colletti; il dirigente dell’Ufficio per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza scrive che “di fatto, l’attività progettuale dello scrivente ufficio è stata compiutamente svolta”, menzionando anche una mail datata febbraio 2016 con cui le modalità di spesa dei fondi venivano proposte alle aree competenti. “Si ignora il destino di tale proposta”, è la considerazione di Delisi.
Inoltre, il dirigente non ci vede chiaro sulla definizione del “generico studio”, come viene definito nel documento, a cui il team di psicologi dovrebbe dedicarsi una volta assemblato. D’altro canto viene anche spiegata nell’atto la finalità del progetto originario, ‘Implementazione del codice etico nelle aziende sanitarie’: “Un’opportunità per ogni azienda – scrive Delisi, citando un atto della Regione Siciliana – per delineare un elenco di intenti paragonabile ad una vera e propria carta costituzionale, grazie alla quale svolgere anche una funzione di prevenzione dei comportamenti irresponsabili od illeciti da parte di chi opera in nome o per conto dell’ente”. La risoluzione della querelle interna è ora compito dei nuovi vertici, così come il destino della delibera e soprattutto degli oltre 200mila euro in ballo, tra anticorruzione e nuove assunzioni.