PALERMO – Discontinuità, discontinuità, discontinuità. L’urlo di Rosario Crocetta, rivolto al recente passato, è rimbalzato a lungo tra le interviste e le dichiarazioni del governatore. In campagna elettorale, come nel lungo day after delle elezioni. E a dire il vero, a quelle dichiarazioni sono seguite altre dichiarazioni, e anche i primi fatti. “Lombardo la finisca con le nomine – disse qualche giorno fa, nelle ore in cui il presidente uscente firmava l’incarico del nuovo Commissario della Provincia di Catania – non vorrei essere costretto a prendere decisioni imbarazzanti”. E a dire il vero, la prima di queste decisioni è giunta puntuale: via Michelangelo Lo Monaco e “sostituzione” con Antonina Liotta alla Provincia etnea che fu la casa di Lombardo. Merito del “blocca nomine”, che impedendo al governo di nominare presidenti, ha posto le premesse, di fatto, per un mega-spoil system negli organismi e negli istituti regionali. Insomma, i commissari nominati da Lombardo dopo l’approvazione di quella norma, potranno essere semplicemente sostituiti dal nuovo esecutivo. Crocetta dovrà però intervenire entro il limite di sessanta giorni.
Chi rischia quindi di perdere il proprio ruolo? Partiamo dai numeri. Solo negli ultimi tre mesi, il governo di Raffaele Lombardo ha nominato (o ha rinnovato l’incarico) oltre 40 commissari straordinari. Dagli Iacp alle Asp, dai Teatri all’Irsap.
È il più recente, ma anche quello che suggerisce più spunti. Ad appena sei giorni dalle elezioni, il 22 ottobre scorso, infatti, Lombardo ha rinnovato l’incarico di commissario straordinario dell’Aran all’avvocato Claudio Alongi. Ora, non sappiamo se Crocetta deciderà di revocare o confermare l’incarico del commissario. Intanto, ha annunciato che manterrà al suo posto la moglie di Alongi: vale a dire il segretario generale Patrizia Monterosso. Quest’ultima, lo ricordiamo, è stata capo di gabinetto del presidente Raffaele Lombardo. Lo stesso, appunto, verso il quale Rosario Crocetta vuole segnare la discontinuità. Intanto, però, ecco che da Messina arriva un segnale che potrebbe costituire anche un esempio per gli altri commissari. Il commissario della Fiera, Fabio D’Amore, ha inviato una lettera al nuovo presidente della Regione, scrivendo di volersi dimettere e chiedendo il rilancio dell’Ente. D’Amore scrive che “ritiene moralmente doveroso e istituzionalmente corretto rimettere il mandato nelle sue mani al fine di poter intraprendere con le persone di sua fiducia, le azioni che riterrà più opportune”. Come dire: sono stato scelto da Lombardo in base a un rapporto fiduciario. Adesso, mi faccio da parte. Bel gesto.
Chissà se verrà seguito da qualcuno. Alcuni “fedelissimi” di Lombardo, ad esempio, sono stati nominati, nei mesi scorsi, commissari delle Asp e degli ospedali siciliani. È il caso, ad esempio, di Francesco Poli al “Cannizzaro” di Catania. Con lui, a rischio revoca, come detto, anche i commissari delle Asp: a Siracusa Mario Zappia, a Enna Nicola Renato Baldari, a Palermo Salvatore Cirignotta (ma nel suo caso potrebbero pesare positivamente i buoni rapporti con l’ex assessore Massimo Russo e quindi col dirigente generale Lucia Borsellino), a Caltanissetta Paolo Cantaro, a Trapani Fabrizio De Nicola. E ancora, ecco i commissari inviati nelle aziende ospedaliere: al Policlinico di Palermo Mario La Rocca, all’Azienda Villa Sofia-Cervello Salvatore Di Rosa, al “Papardo-Piemonte” di Messina Armando Caruso, al “Garibaldi” di Catania Angelo Pellicanò, al “Martino” di Messina Giuseppe Pecoraro.
Da sempre considerato molto vicino a Francesco Cascio (che ha recentemente “aperto” a Crocetta invitandolo a lavorare a un governo di responsabilità regionale) è Marcello Gualdani. È, lui, uno dei commissari degli Istituti autonomi per le case popolari. Ma in questo caso, il nuovo governatore ha già deciso le linee guida che verranno seguite dal governo: chiusura degli undici istituti e accorpamento in un’unica struttura. Così, insieme a Gualdani, dovrebbero automaticamente “saltare” gli altri vertici degli Iacp: ad Acireale Salvatore Gabriele Ragusa, ad Agrigento Domenico Armenio, a Caltanissetta Matteo Petralito, a Enna Egidio Marchese, a Messina Venerando Lo Conti, a Trapani Ignazio Gentile. A Siracusa, poi, si è vissuto un piccolo “caso”. Il commissario attualmente in carica è Nazzareno Mannino, che ha sostituito Filippo Caruso pochi giorni dopo la nomina di quest’ultimo. Lombardo si era accorto, dopo averlo nominato, che il commissario non possedeva i titoli adeguati.
Pochi giorni fa, invece, il Il Tar di Catania ha respinto l’istanza di sospensione del commissariamento della Camera di Commercio del capoluogo etneo, varato dalla giunta di governo il 3 settembre scorso su proposta dell’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi. Insomma, il commissariamento era legittimo, così come la nomina di Fausto Piazza. Altro commissario “in bilico”. Con lui, a rischiare anche i commissari di due parchi siciliani: Alberto Pulizzi al Parco dei Monti Sicani e Giuseppe Calaciura al Parco dell’Etna.
Altri due commissari sono stati inviati per guidare due grossi enti. All’Eas, ente da anni in liquidazione c’è Dario Bonanno, giovane manager con un passato da candidato dell’Mpa, mentre all’Esa è stato inviato Gaetano Cimò. Altro manager assai vicino all’Mpa, dove è stato anche coordinatore cittadino a Palermo, è Marcello Caruso: il governo Lombardo ha deciso di nominarlo commissario straordinario dell’Istituto Vino e Olio (l’ex Vite e Vino). Altre nomine “estive” quelle di Gioacchino Mistretta all’Ente Fiera del Mediterraneo (per lui conferma dell’incarico), Emanuele Zappia all’Istituto Zootecnico (il Tar ha confermato la legittimità della nomina, dopo il ricorso del presidente uscente Nino Nascè), Vincenzo Zappulla al Teatro Bellini di Catania, Antonino Gazzara al Cas e Concetta Torrisi all’Istituto per l’incremento ippico. E commissari straordinari sono stati inviati anche in alcuni enti locali. È il caso, ad esempio, di Luigi Croce al Comune di Messina, Margherita Rizza a Ragusa e Antonino La Mattina ad Augusta.
Note, invece, sono le vicende scaturite dalla nomina di un altro commissario: quello dell’Irsap. La scelta di Luciana Giammanco, infatti, ha scatenato la forte reazione dell’allora assessore alle Attività produttive Marco Venturi, con tanto di dimissioni e carte in Procura. Una presa di posizione molto forte, quella del rappresentante, nella giunta Lombardo, degli industriali. Gli stessi industriali che sembrano guardare con favore alle prime mosse di Rosario Crocetta. Mosse che vanno nel segno della discontinuità, ovviamente.