"Con Cammarata era in disparte | Li Castri era uomo di Orlando" - Live Sicilia

“Con Cammarata era in disparte | Li Castri era uomo di Orlando”

Fabio Seminerio e Mario Li Castri

Filippo Bisconti, pentito di Belmonte Mezzagno, racconta il mondo dell'Edilizia privata comunale

PALERMO – Alla fine sono arrivate pure le dichiarazioni del pentito. Filippo Bisconti, architetto, costruttore e capomafia di Belmonte Mezzagno, ha offerto uno spaccato desolante dell’Edilizia privata del Comune di Palermo.

Il suo racconto ricostruisce “un quadro palesemente sovrapponibile – scrive il giudice per le indagini preliminari Michele Guarnotta – a quello emerso nel corso della presente indagine”. L’indagine è quella dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e dei carabinieri del Reparto operativo che ha portato all’arresto di sette persone. Ai domiciliari sono finiti anche il funzionario comunale Mario Li Castri e l’architetto Fabio Seminerio.

Bisconti li ha conosciuti in occasione di alcuni lavori che stava eseguendo a Pollina. Il boss frequentava lo studio dove Li Castri e Seminerio avrebbero lavorato in società. Uno studio che fungeva da succursale dell’ufficio pubblico dove Li Castri riceveva gli imprenditori: “… lì le cose funzionano che i funzionari si fanno… si fanno tornare di pomeriggio nei propri studi professionali gli utenti e quindi le pratiche che dovrebbero trattare in ufficio, anche se la pratica resta in ufficio, la trattano direttamente nei loro uffici, ovviamente con i compensi del caso”.

Quali funzionari? “Ma in passato devo dire che buona parte degli ingegneri e dei geometri che orbitavano là dentro – mette a verbale Bisconti – dico un po’ l’80% quasi tutti facevano… usavano questa pratica. Per esempio ultimamente mi risulta che lo facesse l’architetto Li Castri, il quale ha uno studio con l’architetto Seminerio. L’architetto Li Castri mi risulta essere persona di Orlando nella persona di Emilio Arcuri”.

La domanda del pubblico ministero è diretta: “E lei sa che c’era in giro mazzette? “Certamente se una pratica la trattava l’edilizia privata e di pomeriggio se ne andava allo studio privato, dico non ci vuole molto a capire… non lo vedevo io che c’era un passaggio di mazzette, ma pure che era un incarico professionale, dico la logica è quella”.

Biscionti, dunque, non ha assistito a passaggi di denaro, li dà per scontati. Così come ritiene scontato che Li Castri e Seminerio “si dividevano i progetti e si scambiavano i favori sia all’interno dell’ufficio, che come approvazione, che praticamente di mattina se li riceveva… quando c’era l’amministrazione… l’amministrazione precedente, il sindaco Cammarata… lui era dirigente al Comune di Palermo… in quel caso Li Castri non aveva molte opportunità all’interno del Comune di Palermo, perché tutti sapevano che era l’uomo di Orlando e lo mettevano un pochino in disparte…”.

In disparte, ma sempre attivo. Stando alle parole di Bisconti secondo cui, “allora faceva riferimento all’architetto Monteleone (Giuseppe Monteleone, pure lui da ieri ai domiciliari), il quale approvava le pratiche, se le approvava a suo modo e consumo”. Da qui si intuisce che prosegue il lavoro del procuratore aggiunto Sergio Demontis, e dei sostituti Andrea Fusco, Giovanni Antoci e Francesco Gualtieri. Ci sono altre pratiche da controllare. E sono tante.

 

 


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