Consiglio provinciale |C'è chi vota e si allontana - Live Sicilia

Consiglio provinciale |C’è chi vota e si allontana

Assenteisti pochi, ma più della metà dei consiglieri ha disertato oltre il 50% delle votazioni. LivesiciliaCatania ha analizzato i dati dell'attività consiliare della Provincia dal 2008 al 2011. Il più presente Gianluca Cannavò (Pdl), maglia nera a Vanessa D'Arrigo (Mpa).  TUTTI I DOCUMENTI

La Classifica
di
3 min di lettura

CATANIA – Non si può certo dire che i consiglieri provinciali etnei siano assenteisti, ma la loro presenza in aula non si traduce in operosità e dedizione al ruolo conquistato con il voto dei cittadini. Spulciando i report delle attività consiliari di Palazzo Minoriti del 2008, 2009, 2010 e 2011(clicca qui) si può facilmente notare una certa discrepanza tra la partecipazione alle sedute e l’effettiva presenza al momento del voto.

Analizzando i dati, tra gli anni 2008 e 2011, si sono svolte 257 sedute per un totale di 678 votazioni. Il consigliere provinciale più stacanovista è stato Gianluca Cannavò, capogruppo del Pdl con 239 presenze su 257, ma è il presidente dell’assemblea Giovanni Leonardi che ha partecipato a più votazioni con 589 su 678. Maglia nera a Vanessa D’Arrigo, con solo 78 votazioni su quasi settecento. Il consigliere provinciale del Movimento per le autonomia ha un percorso politico particolare: nel primo anno partecipa a quasi tutte le sedute, ma nel corso degli anni successivi diserta molte convocazioni tanto da arrivare a 27 presenze su 75 nel 2011, e nello stesso anno vota solo 3 volte su 141. E’ un collega di partito il più assenteista del consiglio provinciale di Catania: Benedetto Anfuso di Misterbianco con le sue 120 presenze su 257.

Quello del Movimento per l’autonomia è il gruppo consiliare che si piazza all’ultimo gradino della classica di sedute e votazioni (anche se esistono delle eccezioni come i consiglieri Luca, Leonardi, Galvagno e Parrinello). Il Pdl, schieramento di appartenenza dell’uscente presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, conquista il primo posto. L’opposizione composta da Pd e Idv si muove sulle percentuali del 50 – 60% sia per la presenza in aula che per la partecipazione al voto.  

La seduta ordinaria del consiglio provinciale – afferma a LiveSiciliaCatania Giovanni Leonardi, presidente del consiglio provinciale di Catania  – si divide in diverse fasi. Una volta raccolte le firme di presenza su un foglio, si dà avvio all’attività ispettiva dell’assemblea, seguono la fase delle comunicazioni con le interrogazioni e le interpellanze dei vari consiglieri.  Terminato questo momento, possono iniziare gli interventi: una sorta di “question time parlamentare” su vari argomenti di natura politica o amministrativa.” “Sulle questioni avanzate – spiega Leonardi –  se presenti, possono rispondere direttamente o l’assessore coinvolto o il presidente. Questa fase dura oltre un’ora, e spesso è seguita, ma non è previsto in tutte le sedute, dalla votazione e approvazione dei vari ordini del giorno e delle mozioni.” “Il voto avviene alla fine delle sedute che -sottolinea- “possono durare anche tre ore”.

Ciò significa che il consigliere provinciale che risulta presente alla seduta, ma non ha partecipato alla fase di voto e approvazione, ha lasciato l’aula prima della fine del consiglio.  Attività per cui a fine mese riceve un compenso economico, calcolato proprio sul numero delle presenze. Prendendo il caso di Vanessa D’Arrigo e facendo un veloce conto matematico, il consigliere provinciale nel  2011 ha posto 27 firme sul foglio delle presenze, per le quali ha percepito il gettone; ma in realtà ha partecipato a sole 3 votazioni, un numero che molte volte è oggetto di approvazione in una sola seduta di consiglio.

“Al momento non c’è una norma o una legge – spiega il presidente – che obbliga il consigliere a restare tutto il tempo della seduta”. “Tutto dipende – commenta – dalla responsabilità del consigliere”. “Nei mesi scorsi, però, c’è stato il formale invito del segretario generale dell’Ente – conclude Leonardi – che chi lascia l’aula prima del termine, deve comunicarlo all’assemblea”.

Analizzando il funzionamento del consiglio provinciale e i dati registrati nel report delle attività, emerge come una buona percentuale degli eletti non segua interamente le sedute di Palazzo Minoriti, lasciando l’aula prima della fine dei lavori. Così facendo si viene meno al ruolo istituzionale del consiglio provinciale, che si esercita proprio attraverso il voto. In un clima di dibattito politico e di spending review, con al centro l’analisi della reale funzione delle province all’interno della macchina della pubblica amministrazione, questi numeri fanno, sicuramente, pensare.

La replica

Gianluca Cannavò, Pdl, il più presente, contattato da LivesiciliaCatania commenta: “Essere in aula, atto di responsabilità per chi mi ha votato”. Maglia nera a Vanessa D’Arrigo (Mpa): “Da quando sono diventata mamma -spiega- non posso essere molto presente alle sedute”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI