Corruzione, mafia e prestanome: il 2021 della giustizia

Corruzione, mafia e prestanome: il 2021 della giustizia

Inchieste e processi principali dell'anno appena iniziato

PALERMO – Ci sono i processi in fase di conclusione e altri appena iniziati. E ci sono le inchieste ancora in corso dalle quali ci si attendono nuovi e inevitabili sviluppi.

La trattativa Stato-mafia

Il 2021 a Palermo sarà l’anno della sentenza d’appello del processo sulla trattativa Stato-mafia, “azzoppato” nella ricostruzione dell’accusa dall’assoluzione ormai definitiva di Calogero Mannino. L’ex ministro non diede il via al patto sporco con i boss per evitare di essere ammazzato. Viene meno l’incipit della trattativa.

La conclusione del processo dipende anche dai mirabolanti racconti del pentito Pietro Riggio che dopo dieci anni di collaborazione ha deciso che fosse giunto il momento di raccontare nuove verità su tutto e tutti, riscrivendo la storia giudiziaria anche delle stragi di mafia del ’92 e ’93.

Un’ondata di dichiarazioni zeppe di imprecisioni, vuoti e scivoloni che mettono in seria crisi la sua credibilità. Chissà cos’altro dovrà ancora raccontare fuori tempo massimo, nel frattempo al processo sulla Trattativa è diventato necessario citare nuovi testimoni.

Processo ai clan mafiosi

Sul fronte della lotta alla mafia si attende il verdetto del processo al clan Inzerillo di Passo di Rigano (gli scappati rientrati dall’America dopo la fuga durante la guerra di mafia degli anni Ottanta), mentre inizieranno i processi alle famiglie mafiose di Corso Calatafimi, Borgo Vecchio, Tommaso Natale, San Lorenzo, e sul clan Fontana dell’Acquasanta. Tanti processi, figli del lavoro continuo di magistrati e forze dell’ordine.

Le indagini, però, non si fermano, alimentati anche da nuove collaborazioni con la giustizia. Arrestato un capo, le famiglia sono pronte a sostituirlo per dare continuità ad una Cosa Nostra che arranca sotto il peso dei blitz. Si seguono gli investimenti di alcune importanti famiglie mafiose che hanno ripulito i soldi sporchi in attività apparentemente lecite grazie a una fitta rete di prestanome. Non solo agenzie di scommesse, ma anche bar, ristoranti, negozi. Così come si indaga sui traffici di droga che sono la principale fonte di guadagno di Cosa Nostra.

Il volto corrotto di Palermo

Il 2020 ha svelato con prepotenza il volto corrotto, o presunto tale, di Palermo. Il 2021 sarà l’anno dei processi ai dirigenti e funzionari del Comune. Dai piani costruttivi di edilizia popolare alla vergognosa gestione del cimitero dei Rotoli, dove c’è chi farebbe il furbo mentre le bare restano ammassate in attesa di una sepoltura a perenne memoria di un’inefficienza insopportabile.

Ma sarà anche l’anno dei nuovi sviluppi sull’inchiesta “Sorella sanità” che ha scoperchiato il pentolone della corruzione nella sanità siciliana. Alcuni imputati patteggeranno, altri fra cui Fabio Damiani, ex responsabile della centrale unica di committenza della Regione, e Antonio Candela, ex manager dell’Asp di Palermo e per ultimo responsabile della cabina regionale sul Covid, hanno scelto il rito abbreviato e i processi potrebbero concludersi entro i prossimi dodici mesi.

“Sorella sanità”

Le confessioni di uno degli indagati, l’imprenditore agrigentino Salvatore Manganaro, e le ammissioni dello stesso Damiani hanno già aperto nuovi filoni di indagine che toccano la burocrazia e la politica regionale. Già la burocrazia, che diventa centro di potere. Le inchieste sul funzionario regionale Marcello Asciutto ha fatto emergere solo un tassello di un’indagine più ampia che riguarda il settore dei rifiuti e delle energie rinnovabili.


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