PALERMO – “Così come gli omosessuali devono chiedere rispetto per le loro scelte, credo proprio che dovrebbero rispettare i luoghi sacri”. Parola di Rosario Crocetta. Nella polemica sul Festino di Santa Rosalia tra il segretario dell’arcivescovo, don Fabrizio Moscato, e il comune di Palermo, interviene oggi da Catania il presidente della Regione, che da sempre non fa mistero della propria omosessualità.
E così, nella diatriba scatenatasi sul web e a colpi di comunicati stampa di politici ed esponenti di partito, in una sorta di “guerra santa” tra chi difende le prerogative degli omosessuali e chi invece punta il dito contro “l’ideologia omosessualista”, arriva con un giorno di ritardo la presa di posizione forse più inaspettata: a precisa domanda di un giornalista, infatti, il governatore non ha fatto mistero di non aver condiviso la proiezione, sul portico meridionale della Cattedrale, dei simboli del Gay Pride che lunedì tanto clamore aveva suscitato.
A dar fuoco alle polveri ci aveva pensato lunedì mattina don Moscato, segretario del cardinale Paolo Romeo, che non aveva esitato a definire la proiezione una “sudicia provocazione” proprio perché avvenuta durante il Festino e su un luogo di culto. Parole a cui avevano fatto seguito sia la riposta del Comune, sia i commenti (favorevoli o contrari) di numerosi esponenti politici dando vita a un dibattito assai acceso anche sui social network, con la bacheca del sacerdote letteralmente invasa di commenti (a contarli per lo più positivi). Una vicenda che, dopo la processione di lunedì sera che ha visto il sindaco Orlando e il cardinale Romeo scambiare più di una parola, sembrava ormai chiusa ma che ora, dopo le dichiarazioni di Crocetta, potrebbe riaprire il dibattito.