"Crocetta non dia soldi a Gesip| Così vince chi minaccia" - Live Sicilia

“Crocetta non dia soldi a Gesip| Così vince chi minaccia”

Nuti si scaglia contro l'ipotesi che la Regione stanzi altri fondi per la Gesip: “Crocetta non deve dare soldi per la Gesip, perché così non facciamo altro che alimentare un sistema clientelare e assistenziale".

RICCARDO NUTI (M5S)
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PALERMO – “Smettiamola di dare soldi alla Gesip”. L’appello è di Riccardo Nuti, capolista del Movimento cinque stelle alle Politiche e già candidato sindaco dei grillini alle ultime Comunali poi vinte da Leoluca Orlando. “Abbiamo tolto soldi alle imprese private per finanziare la cassa integrazione – tuona Nuti – in questa città vince sempre chi minaccia?”.

Perché Crocetta non dovrebbe dare altri soldi alla Gesip, che sarebbero indispensabili per attuare il piano presentato al ministero dal sindaco Orlando?
“Crocetta non deve dare soldi per la Gesip, in Italia e a Palermo in particolare dobbiamo smetterla di dare soldi alla Gesip perché non facciamo altro che alimentare un sistema clientelare e assistenziale. In Gesip ci sono anche delle persone oneste e capaci che hanno veramente voglia di lavorare, ma non risolviamo il problema regalando soldi a questa azienda. Se vogliamo che le persone oneste e volenterose trovino occupazione, puntiamo su altro”.

C’è stata una gran polemica per la notizia che la Regione ha usato per la Cig del 2012 alcuni fondi invece destinati alla formazione…
“Ed è stata una cosa assurda, perché dobbiamo utilizzare questi fondi per la cassa integrazione? Per accedere a quei soldi, è stato fatto un avviso pubblico con delle scadenze e l’ultima era a fine marzo del 2012. La Gesip ha presentato richiesta come da avviso pubblico? No, e allora perché darli a loro anziché alle imprese private? Non si capisce dove stia la priorità, anche se ormai è palese: si premia chi si lamenta di più e fa più ‘caciara’, penalizzando però tutti quelli che non trovano lavoro e le imprese che potrebbero beneficiare dei finanziamenti creando magari altra occupazione”.

Però, non dando i soldi alla Gesip, si mettono a rischio anche i servizi…
“Bisognerebbe anzitutto fare un quadro chiaro dei servizi e delle persone che veramente servono. Leggo anche di ipotesi di mobilità interaziendale, ma l’Amia non è messa tanto meglio quanto a esuberi. E’ inutile spostarli da un’azienda all’altra se anche altrove hanno delle difficoltà. Vediamo quante persone servono, e almeno offriamo servizi di qualità: io pago le tasse ma in cambio voglio ottimi servizi. Stabiliamo il tetto massimo di persone necessarie e chi è in più, è in più. Finiamola di far lavorare delle persone dove non servono, incentiviamo invece le imprese che possono beneficiare degli esuberi dopo una serie di valutazioni e controlli. Qui tutti gridano e noi elargiamo soldi per non farli nemmeno lavorare”.

Pensa che il Movimento farà qualcosa all’Ars per questo?
“Chiederò a qualcuno dei nostri rappresentanti se si può fare qualcosa, ma la semplice interrogazione ha tempi troppo lunghi. Necessitano risposte più veloci. E vorrei ricordare anche un’altra cosa”.

Prego…
“Stiamo parlando di un’azienda a cui, per citare il ministro Fabrizio Barca, il governo ha dato dieci milioni sottraendoli allo sviluppo. In questo modo non ci sarà futuro nemmeno per i figli dei dipendenti Gesip”.

Il Comune però si è più volte giustificato con l’esigenza di mantenere l’ordine pubblico in città…
“Chi dice questo sta allora ammettendo che siamo sotto minaccia? Che in questa città se hai la forza di minacciare e creare problemi vieni accontentato, e se invece sei un giovane disoccupato o un padre di famiglia che ha perso il lavoro in una piccola azienda, siccome non fai casino, vieni ignorato? E’ gravissimo, lo Stato e il Comune invece di contrastare questi fenomeni li assecondano, siamo sotto ricatto”.

Lei è stato anche candidato sindaco di Palermo e tra i suoi punti programmatici c’era anche quello di non dare più soldi alla Gesip…
“Noi siamo stati gli unici, insieme a Massimo Costa, a non prendere in giro i lavoratori della Gesip. Non gli abbiamo promesso nulla, e loro si sono affidati alle ennesime promesse e vivono oggi questo dramma. Siamo ancora più convinti di aver sempre detto le cose giuste, non facendo promesse e per questo non siamo stati premiati. Ma a noi le promesse non sono mai interessate, non le abbiamo fatte in passato e non le faremo ora”.

 


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