Crocetta sfratta gli uccelli - Live Sicilia

Crocetta sfratta gli uccelli

La segreteria generale della Regione scrive alla ditta che gestisce la fauna di Villa d'Orleans: "Gli animali sono vostri, dovete sgomberare immediatamente". Da qui a qualche settimana i primi partiranno verso altre città

Parco d'Orleans
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PALERMO – Rosario Crocetta ne aveva rivendicato la proprietà tirando fuori teorie complicatissime sulla ‘nazionalità’ delle specie autoctone. “Gli uccelli di Villa d’Orleans sono miei”, ha ripetuto più e più volte nei mesi scorsi, ma adesso il presidente della Regione è stato costretto a tirarsi indietro. La fauna del parco di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, infatti, non è sua, ma dell”incriminato’ (dal lui) Nicola Lauricella, ornitologo e proprietario della ditta privata che gestisce il parco e colpevole – secondo Crocetta, che sollevò il caso poco dopo la sua elezione – di anni e anni di sprechi. E a riconoscerlo è stato proprio il governatore. Che ha fatto inviare  alla ditta dagli uffici della Segreteria generale una nota, firmata da Patrizia Monterosso, con la quale – preso atto che la fauna è di proprietà di Lauricella – si dispone lo sgombero del parco. Gli uccelli non sono del presidente, insomma. E lui li sfratta. Perché Crocetta, e questo lo dice da mesi, non ha intenzione di continuare a tenere “in affitto” 1171 animali rari (tra i quali specie in via d’estinzione) simbolo, a suo dire, di uno dei tanti sprechi dell’odiata Casta.

Ma Lauricella si è sempre difeso. “Altro che spreco: questo parco costa meno di un funzionario della Regione, poco meno di 300 mila euro l’anno – dice a Livesicilia – con cui però noi paghiamo gli stipendi a sette persone, diamo da mangiare a circa 1400 animali (141 sono della Regione e 72 affidati alla ditta in custodia giudiziale, ndr) e paghiamo i veterinari. Poco meno di 300 mila euro l’anno servono, di fatto, a mantenere il terzo parco ornitologico d’Europa”.

Una storia iniziata oltre nove mesi fa e che si conclude adesso con l’intimazione di “sgombero immediato degli impianti abusivamente occupati”. Ma che fine faranno gli uccelli dei quali ora Crocetta non vuole più sentir parlare? Andranno via, ‘spediti’ in giardini zoologici di diverse parti del Paese, alcuni in Germania. I primi a traslocare saranno i pesci, che partiranno a dicembre. Le antilopi andranno a Verona i primi di gennaio e a febbraio sarà il turno dei gufi, che saranno ‘trasferiti’ nella Capitale. “Attendiamo solo le autorizzazioni ministeriali”, spiega Lauricella, e l’espletamento di tutta una serie di complicatissime pratiche e autorizzazioni necessarie per il commercio di animali rari e in via d’estinzione. E poi ci sono tartarughe, daini, ma – soprattutto – gli amati e odiati volatili. Che il presidente della Regione avrebbe voluto dare in gestione ai forestali e all’istituto Zooprofilattico. A questo scopo era stato anche predisposto un apposito articolo nella Finanziaria dello scorso maggio, ma, ora che alla Regione restano soltanto 141 esemplari, è difficile pensare che ci sia bisogno di tanto personale.

Vittoria amara, quindi, per Lauricella, che da mesi aspettava questo ‘riconoscimento’ e che, nel frattempo, ha continuato ad occuparsi degli animali a sue spese. Ma questo significa anche che Villa d’Orleans perderà gran parte della sua ricchezza: “Io non posso aspettare che la Regione decida cosa fare – dice l’ornitologo – , e nel frattempo mi preparo ad andare via. Ma davvero vogliamo privare la Sicilia di questo Parco?”. Un bene, sottolinea Lauricella, che ha una storia iniziata oltre sessant’anni fa. “E adesso arriva uno che con un colpo di spugna cancella tutto”. Rimettere in piedi il parco così com’è, infatti, sarà impossibile: gli animali non potranno essere trasferiti ancora una volta spostati, e in commercio – molte sono spese in via d’estinzione – non si trovano. “Se qualcuno vuole fare qualcosa – insomma – è questo il momento”: questo è l’appello del gestore del Parco. Poi, sarà troppo tardi. E, nel frattempo, sulle “accuse infamanti del presidente della Regione” c’è già una causa in corso. “Che finirà – Lauricella ne è sicuro – con un maxi risarcimento che, purtroppo, pagheranno i siciliani”.


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