PALERMO – “Noi non togliamo spazi a nessuno. La Dc è un partito aperto e plurale, tutti coloro che vogliono condividere impegni e valori del nostro partito sono i benvenuti”. Lo ha detto il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro, nel corso della conferenza stampa convocata a Palermo per presentare la Festa dell’amicizia di Ribera, commentando i recenti ingressi nel partito.
Gli arrivi nella Dc e i malumori degli alleati
La riforma delle Province diventa il piatto forte del giorno, ma intanto Cuffaro ha risposto alle domande dei cronisti sugli ultimi acquisti della Dc: “Se possono provocare l’irritazione di alcuni alleati? Non credo – ha risposto Cuffaro -. Nella Dc possono venire tutte le persone perbene, non ‘chiamiamo’ le persone e non le ‘stuzzichiamo’ ma se c’è chi sceglie di partecipare al nostro percorso siamo ben lieti di accoglierlo”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace: “Le adesioni arrivano non perché promettiamo qualcosa ma perché siamo l’unico partito che tiene aperte le sue segreterie”.
Palermo-Ribera, lontane ma vicine
A Ribera ci sarà anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, alle prese con un complicato rimpasto di Giunta che coinvolgerà anche la Dc: “Non ci siamo ancora incontrati ufficialmente per discutere della Giunta – ha spiegato Cuffaro -. Ci vedremo la prossima settimana, intanto lo accoglieremo a braccia aperte a Ribera: sarà il principale protagonista di un dibattito sui giovani. Segnalo tuttavia che la Dc è penalizzata rispetto ai cinque consiglieri comunali riuniti nel nostro gruppo”.
Cuffaro: “Orlando? Patetico”
Alla festa dell’amicizia di Ribera si parlerà di pace, anche con la vedova e la figlia del leader palestinese Yasser Arafat, Suha Taweel e Zahwa Arafat, ma se c’è un rapporto nel quale l’ascia di guerra non è stata sotterrata è certamente quello tra l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e l’attuale leader Dc. “Lagalla non è libero dai partiti né da Cuffaro”, è la tesi orlandiana alla quale l’ex governatore ha replicato: “Non sono più abituato a seguire le cose che va dicendo Leoluca Orlando. Lui può dire quello che vuole, io posso solo prendere atto che da quando lui è andato via dal Comune di Palermo duemila bare hanno trovato il giusto ‘riposo’ e questa città ha iniziato a cambiare”. E infine: “Roberto non è ‘libero’ da me? Mi sembra una cosa fuori da ogni logica. Non gli ho mai chiesto nulla e non lo farò neanche ora. Orlando continui pure a parlare ma rischia di essere patetico”.