PALERMO – La corte d’Appello di Palermo ha respinto l’appello dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello confermando la responsabilità dell’ospedale nella vicenda di Giuseppe Canino ricoverato all’ospedale “Villa Sofia – Cervello” di Palermo nel gennaio del 2015, (e deceduto il 25 giugno) cui fu riscontrato un mesotelioma sarcomatoso, ma il referto istologico non gli venne comunicato.
Quella diagnosi arrivò tardi privando il paziente della possibilità di scegliere consapevolmente come affrontare gli ultimi mesi di vita, dice l’osservatorio nazionale amianto. È quindi definitiva la decisione del Tribunale di Palermo che aveva disposto un risarcimento di 30.000 euro in favore della famiglia di Canino per la lesione del diritto fondamentale. L’Azienda è stata inoltre condannata a rifondere le spese legali agli eredi – Dorotea Gambino, Luigi e Carmela Canino – per un importo di 6.734 euro oltre accessori di legge.
“Questa sentenza non è solo un pronunciamento legale, ma un messaggio di civiltà: il diritto a sapere è parte del diritto a vivere con dignità, fino all’ultimo istante e riafferma un principio essenziale: la tempestività della diagnosi e la corretta informazione sono parte del diritto alla salute,” ha detto l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, che assiste la famiglia Canino.

