Cappato dai Pm | "Mi autodenuncio" - Live Sicilia

Cappato dai Pm | “Mi autodenuncio”

In Italia per il reato di "aiuto al suicidio" si rischia una condanna fino a 12 anni di carcere.

“Alle 14.45 vado dai carabinieri ad autodenunciarmi per l’aiuto al suicidio di Fabo”. Lo ha annunciato Marco Cappato, dell’Associazione “Luca Coscioni” sul suo profilo di Facebook. Il reato che per la giustizia italiana si configurerebbe sarebbe quello di “aiuto al suicidio” per cui in Italia si rischia fino a 12 anni di carcere. Dj Fabo, all’angrafe Fabiano Antoniani, aveva chiesto proprio a Marco di accompagnarlo in Svizzera, dove si è sottoposto alla dolce morte, per non mettere a rischio la mamma o la fidanzata Valeria. Quest’ultima, in particolare, è rimasta al suo fianco fino all’ultimo istante e il giorno prima dell’eutanasia sul suo profilo di Facebook aveva scritto: “Vorrei che questa notte non finisse mai”.

Dj Fabo “ha morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci”, ha raccontato Cappato. Il giovane, cieco e tetraplegico dal 2014 a causa di un incidente stradale, ha anche scherzato poco prima di dare avvio alla procedura: “E se non ci riesco? Vorrà dire che tornerò a casa portando un po’ di yogurt, visto che qui in Svizzera è molto più buono”.

> COS’È LA DOLCE MORTE

L’Italia che lotta per il diritto alla dolce morte si stringe adesso a Marco Cappato che dovrà affrontare la giustizia italiana e rendere conto del suo “gesto d’amore”. “Fabo è libero – hanno affermato Marco Cappato e Filomena Gallo della Associazione Luca Coscioni – e la politica ha perso. L’esilio della morte è una condanna incivile. Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall’impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente”.


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