Ecco "Panormus" | Il capoluogo diventa un brand - Live Sicilia

Ecco “Panormus” | Il capoluogo diventa un brand

Da Sala delle Lapidi arriva il via libera al brand “Panormus”, un marchio commerciale concepito dalla giunta Orlando con l’obiettivo di promuovere nel mondo l’immagine di Palermo.

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – Dal Consiglio comunale di Palermo arriva il via libera al city brand “Panormus”, un marchio commerciale concepito dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di promuovere nel mondo l’immagine di Palermo. La delibera consiliare approvata nella tarda serata di ieri, che riprende un analogo atto della giunta Orlando risalente a giugno, stabilisce caratteristiche tecniche e piano d’uso del brand e non è difficile immaginare che un giorno i turisti potranno acquistare magliette, cappellini e souvenir d’ogni fatta con sopra il marchio del capoluogo siciliano, sulla scorta di quanto accade in altre grandi metropoli come Roma, Milano o New York. Già da tempo qualche osservatore più attento avrà avuto modo di notare le prime cravatte con il nuovo simbolo indossate da sindaco, assessori e consiglieri.

Da un punto di vista grafico il brand, che è già stato registrato presso l’ufficio brevetti del Ministero dello Sviluppo Economico per evitare contraffazioni, si comporrà di un logo e di una scritta. Il logo trae ispirazione dalle sculture e dalle rappresentazioni pittoriche e musive del Genio di Palermo, riprendendone la corona e il serpente in forma stilizzata. La scritta sarà, appunto, quella di “Panormus”, il termine con cui i Romani latinizzarono l’antica denominazione greca della città (“pan òrmos”, “tutto porto”). I colori saranno quelli dello stendardo cittadino, il rosso e il giallo scuro.

Il prossimo passo sarà la pubblicazione di un avviso destinato alle aziende private di tutti i settori merceologici. I tre componenti della commissione permanente di valutazione e vigilanza del marchio, che piazza Pretoria dovrebbe nominare a stretto giro di posta, analizzeranno le istanze delle aziende in base al rispetto dei criteri di quantità e qualità del prodotto, al valore del marchio, al livello di royalty prodotto, ai canali distributivi e promozionali utilizzati. Il brand potrà essere associato ad ogni tipo di prodotto: merchandising (borse, foulard, cravatte, t-shirt, cappelli), manifestazioni di ogni tipo (eventi, mostre, concerti, fiere), artigianato (ceramiche, gadget, souvenir), iniziative economiche (incubatori d’impresa) e ancora film, fumetti, cartoni animati, generi alimentari, cartoline. Saranno escluse le attività di propaganda politica, sindacale, religiosa, filosofica o razziale, le multinazionali del tabacco, le manifestazioni irrispettose della dignità della persona o che mercifichino il corpo umano e tutti quei prodotti che non rispettano i principi etici, ambientali e sociali.

L’obiettivo di piazza Pretoria è chiaramente quello di incassare grazie alle licenze. La quota da versare cambia in base alle dimensioni dell’azienda e alla tipologia di utilizzo del marchio. Per i prodotti non su scala industriale c’è un importo fisso che va da un minimo di 250 euro annui a un massimo di 6.400 euro, cifre da intendersi al netto dell’Iva. Per i prodotti su scala industriale, di contro, l’importo va da un minimo di 150 euro a un massimo di 5.800 euro (al netto dell’Iva), con una percentuale variabile ogni anno che oscilla fra lo 0,07% e lo 0,10%. Ma gli enti pubblici e privati, le associazioni e le fondazioni che dovessero contribuire in modo decisivo alla diffusione del marchio potrebbero ricevere una concessione gratuita della durata di tre anni. Anche la fondazione Teatro Massimo e l’associazione Teatro Biondo Stabile potranno usarlo a titolo gratuito e senza limiti di tempo. In occasione di eventi o manifestazioni comunali accanto al brand dovrà essere presente lo stemma istituzionale di Palazzo delle Aquile. “Questa iniziativa – commenta il presidente della commissione Attività Produttive, Paolo Caracausi – potrebbe portare nelle casse comunali risorse che non ci sono. Spetta ora all’amministrazione il compito di pubblicizzare al massimo il brand per far comprendere l’opportunità ai commercianti”.


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