"Ecco perché l'aeroporto |è strategico per Catania" - Live Sicilia

“Ecco perché l’aeroporto |è strategico per Catania”

DI GAETANO MANCINI. L'amministratore delegato della Sac analizza per Livesicilia il sistema aeroportuale nel contesto catanese.

L'INTERVENTO
di
8 min di lettura

<p>Gaetano Mancini</p>

CATANIA-Il sistema aeroportuale della Sicilia Orientale ha ripreso a crescere in maniera molto intensa. I dati relativi al primo semestre 2014 offrono una prospettiva di assoluto riguardo. Da gennaio a maggio l’aeroporto di Catania ha registrato oltre il 13% di passeggeri in più rispetto al 2013, ben oltre le previsioni di piano. Se la crescita dovesse mantenersi su livelli tali la soglia dei 7 milioni di passeggeri potrebbe essere superata prima della fine dell’anno.

L’aeroporto di Comiso corre verso l’ambizioso traguardo dei 280.000 passeggeri, risultato che va anche in questo caso al di là delle aspettative del piano industriale.

La speranza è che questi risultati anticipino, come spesso accade, una ripresa dell’economia italiana. Ma certamente essi sono figli della scelta di forte integrazione tra gli scali di Catania e Comiso e dalla politica commerciale messa in atto in questi anni dal sistema aeroportuale. Politica commerciale che ha promosso i collegamenti internazionali come leva per la crescita della domanda turistica da parte di utenti a maggiore capacità di acquisto. I frutti sono lì, rappresentati dai nuovi collegamenti attivati nel 2014, che, oltre alle storiche Alitalia, Airone e Meridiana, riguardano altre primarie compagnie aeree come Ryanair, Easy Jet, Turkish, Air Berlin, Vueling, Volotea, Air Malta, Norvergian, British, Transavia e altre. Compagnie che offrono nuovi collegamenti con Londra, Parigi, Manchester, Amburgo, Stoccolma, Dusseldorf, Francoforte, Monaco, Stoccarda, Berlino, Zurigo, Istanbul, Lione, Vienna, Praga e così via. Con un’offerta che si aggiunge a quella preesistente e che si presenta ampia e variegata in termini di destinazioni e tipologia di vettori, dal tradizionale al low cost. Con un’apertura a Paesi in crescita come quelli dell’area asiatica. La Turkish infatti collega Catania direttamente 4 volte alla settimana con il proprio hub di Istanbul che è al centro di una fitta rete di collegamenti con il continente asiatico. Significa avere aperto il nostro territorio a quegli importanti mercati in forte espansione come dimostrano inequivocabilmente i tanti passeggeri asiatici che giungono a Catania con quel volo.

 

Anche sotto il profilo dei conti la prospettiva di SAC è finalmente stabilmente solida. Il bilancio 2013 è positivo e presenta 19,7 milioni di euro di margine operativo lordo, in crescita del 43,7% rispetto all’anno precedente. Questi risultati di bilancio costituiscono l’effetto dell’attività messa in atto in questi anni e finalizzata a ridurre i costi ed aumentare i ricavi. Dal 2008 al 2012 i costi operativi sono stati ridotti di 8 milioni di euro all’anno nonostante la crescita del traffico, i ricavi sono cresciuti del 16.1% passando da 49,6 a 57,6 milioni di euro,

SAC non è più, come nel 2007, all’ultimo posto per indici di redditività nel confronto con le società di gestione di scali comparabili, quando EBIT ed EBITDA valevano rispettivamente il 5% ed il 12% a fronte di una media del settore del 18% e 31%. EBIT ed EBITDA oggi misurano rispettivamente 20,0% e 34,2%.

E non è più neanche all’ultimo posto per produttività come alla fine del 2006. Quando per avere la stessa produttività del gestore aeroportuale in quel momento più produttivo d’Italia, quello di Venezia, la SAC avrebbe dovuto avere 130 dipendenti in meno. E probabilmente non è un caso il fatto che in SAC le aree a minore efficienza erano proprio quelle a maggiore intensità di lavoro. E’ per questi motivi che dal 2008 ad oggi in SAC non vi è stata neanche un’assunzione, così radicalmente interrompendo una ben diversa precedente linea di tendenza e sono stati invece attivati profondi processi di ristrutturazione aziendale.

Le analisi sono state fatte e non serve in questa sede ribadirle.

Serve solo rilevare che nel ridare reddittività e produttività alla società gli amministratori non hanno fatto niente di straordinario. Hanno fatto semplicemente il proprio dovere nell’interesse della società e del territorio. Perché è chiaro che se SAC vuole contribuire allo sviluppo del nostro territorio deve potere fare gli investimenti, e pertanto deve essere redditiva e produttiva. Perché non tutti sanno che la società di gestione di un aeroporto (nel caso di Catania la SAC) non è un ente pubblico. Anzi, nell’immaginario collettivo le società di gestione aeroportuali sono Enti pubblici o comunque strutture assimilabili ad esse. Nella realtà invece le società di gestione come la SAC sono chiamate ad operare, per precise norme nazionali ed internazionali, con la logica del mercato al pari di qualunque altra società commerciale. E dal mercato devono ottenere le risorse per mettere in atto gli investimenti. La questione non è di poco conto. Perché mentre una pubblica amministrazione effettua i propri investimenti ricorrendo ai finanziamenti della Regione, dello Stato o della Comunità, una società come la SAC deve affidarsi alla propria redditività, cioè alla capacità di produrre utili. E da settembre 2007, data nella quale ha ottenuto la concessione quarantennale, la SAC deve realizzare con proprie risorse un piano di investimenti di circa 600 milioni di euro.

Con i conti in ordine la società può quindi oggi affrontare la sfida degli investimenti realizzare le infrastrutture che servono alla crescita del territorio, allo sviluppo turistico ed ai collegamenti con le altre regioni del mondo.

Ecco perché viene da sorridere ogni qualvolta qualcuno si lancia in ipotesi progettuali riguardanti l’aeroporto completamente scisse dalle logiche di bilancio e di mercato.

La SAC quindi è pronta a fare la propria parte, ad accompagnare lo sviluppo del territorio con le infrastrutture che realizza e gestisce, ad affrontare la sfida prevista dal proprio piano quarantennale: oltre 600 milioni di euro di investimenti che le permetteranno di garantire un traffico di circa 20 milioni di passeggeri.

Ma il territorio deve fare anch’esso la propria parte.

Che significa?

Una infrastruttura da sola non fa la crescita. Può generare un’opportunità ma non il risultato. Se arriveremo a 20 milioni di passeggeri non sarà perché c’è l’aeroporto ma perché il nostro territorio sarà finalmente diventato attrattivo. Perché avremo un’offerta turistica capace di garantire standard di qualità e quantità, servizi, eventi, pulizia e quant’altro necessario. La SAC dovrà garantire che le infrastrutture aeroportuali consentano il raggiungimento del risultato ma non contribuirà, da sola, a raggiungerlo. Esso sarà invece nelle mani del sistema territoriale. Per questo dobbiamo, tutti insieme, concentrarci sulle misure per raggiungere l’obiettivo, dirigenti aeroportuali, istituzioni locali, forze sociali e produttive, albergatori, operatori turistici e così via. Abbandonando per una volta la nostra atavica tendenza a dividerci, a polemizzare, a criticare gli altri senza mai entrare nel merito di una sola proposta.

Proviamo invece a remare nella stessa direzione.

Prendendo le necessarie decisioni (penso ad esempio allo sviluppo del nodo di Bicocca dove insistono primarie infrastrutture per il trasporto delle persone e delle merci), migliorando la nostra offerta turistica e la fruibilità del territorio. Facendo i necessari investimenti per rendere la nostra offerta territoriale coerente con la domanda che oggi il mercato pone. Rendendo vivibile il nostro territorio con il contributo di tutti, a partire dai cittadini. Perché garantire il rispetto delle regole, l’ordine e la pulizia, costituisce il primo investimento per lo sviluppo del nostro territorio. Perché le piccole illegalità, le furberie, il tirare a campare, l’abusivismo, non è vero che costituiscono risposte, emergenziali ma efficaci, alle difficoltà dell’economia locale, alle esigenze delle persone. Sono piuttosto la premessa per il sottosviluppo che tramite esse si autoalimenta attraverso una spirale perversa.

Per questo dico che molte cose deve farle il territorio. Per questo credo che la questione principale sia quella di remare tutti nella stessa direzione.

Proviamoci.

Anche allargando i nostri orizzonti. L’occasione del distretto del Sud-Est (che forse andrebbe allargato) ad esempio è molto ghiotta.

Il sistema aeroportuale della Sicilia orientale, con gli aeroporti di Catania e Comiso, è pronto a fare la propria parte.

P.S.

Spesso si sente dire che un aeroporto è fonte di ricchezza per il territorio. Tale affermazione, certamente fondata, rappresenta largamente anche il sentire comune dei cittadini. Essa tuttavia poggia il più delle volte su una conoscenza molto superficiale dei sistemi aeroportuali, costituisce più un’intuizione che una convinzione. Questa bassa conoscenza viene inoltre affiancata, talvolta sovrastata, dalla cattiva informazione originata dall’ignoranza o dalla malafede. Questi due elementi, basso livello di conoscenza e cattiva informazione, alimentano un dibattito superficiale e spesso fuorviante, che non consente il formarsi di una precisa idea sull’aeroporto e il suo sviluppo. Ciò rischia di far si che l’affermazione che l’aeroporto è fonte di ricchezza per il territorio finisca con il divenire un enunciato con scarso contenuto pratico.

Per questi motivi è quanto mai opportuna ogni occasione di confronto e di pubblico dibattito sull’aeroporto fondata su dati certi e obiettivi e contraddistinta dal giusto approfondimento. E’ opportuna nei confronti di quanti hanno a cuore la nostra comunità e non vogliono fermarsi in superficie e, soprattutto, delle giovani generazioni che la compongono e ne determineranno un futuro spero migliore di quello attuale. Per andare oltre le polemiche ed i gossip ed entrare nel campo, certo più impegnativo, del merito delle proposte, dei piani di sviluppo e degli interventi conseguenti. Per questo motivo mi sento di ringraziare Livesicilia per questa decisione di avviare una rubrica che permetta di affrontare le grandi questioni strategiche sullo sviluppo della Sicilia affrontando, tra i primi, l’argomento del sistema Aeroportuale della Sicilia orientale.

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