CATANIA – Omicidio premeditato pluriaggravato e soppressione del cadavere. Di questo è accusata Martina Patti, la madre 23enne della piccola Elena Del Pozzo, cinque anni a luglio, uccisa ieri, 13 giugno, a Mascalucia. Il cadavere della bimba, di cui ieri la madre aveva falsamente denunciato il rapimento da parte di tre uomini incappucciati, è stato ritrovato oggi, avvolto in sacchi neri dell’immondizia. La piccola vittima è stata raggiunta da diverse coltellate.
La scomparsa di Elena è stata resa nota intorno alle 15 di ieri. La 23enne Martina Patti si è presentata alla Tenenza di Mascalucia, raccontando il rapimento. Gli uomini, nel racconto di lei, avrebbero bloccato l’auto condotta dalla madre in via Piave e l’avrebbero minacciata con una pistola o una mazza. Quindi avrebbero rapito la bimba, preannunciandone la morte.
Secondo quanto riferito dalla donna, il fatto sarebbe stato una conseguenza del comportamento di Alessandro Del Pozzo, padre della bimba ed ex compagno di Patti, 24enne con precedenti in materia di spaccio, per non avere ascoltato precedenti messaggi minatori forse legati a una rapina. Alessandro Del Pozzo, infatti, è stato arrestato il 15 ottobre 2020 per una rapina ai danni di una gioielleria di Catania. Assolto per non avere commesso il fatto a settembre 2021, l’uomo avrebbe tentato di fare individuare il vero rapinatore, guadagnandosi così un biglietto intimidatorio recapitatogli in casa.
La storia raccontata da Martina Patti, però, non ha convinto gli investigatori che, anche grazie alle immagini acquisite dalle telecamere di videosorveglianza, hanno accertato che il fatto denunciato non corrispondeva al vero. Non c’erano gruppi armati in via Piave, alle 15. Nonostante Patti insistesse.
La madre e il padre della piccola Elena, adesso impegnati in nuove relazioni sentimentali, sono stati interrogati per tutta la notte. Alla 23enne è stato contestato anche il reato di false informazioni al pubblico ministero. Solo nella tarda mattinata, quando i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche stavano per entrare nella casa in cui viveva con la figlia, Martina Patti ha ceduto. Secondo quanto emerso, la donna potrebbe avere ucciso la figlia anche per una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente: forse non sopportava che sua figlia potesse affezionarsi a un’altra donna.
Patti ha prima indicato ai militari il luogo in cui rinvenire il corpo della figlia (sotterrato in un campo vicino a via Euclide, a Mascalucia), poi ha confessato il delitto. Ha detto di avere agito da sola, dopo essere andata a prendere Elena al primo giorno del Grest estivo, all’asilo. L’arma del delitto sarebbe stata un coltello da cucina, mentre dei sacchi neri sarebbero serviti per nascondere il corpo nella terra. L’ispezione cadaverica ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e da taglio al collo e tra le scapole. La donna sarà portata nel carcere di piazza Lanza.