Musumeci frena su Draghi al Colle e rilancia la carta Berlusconi

Musumeci frena su Draghi al Colle e rilancia la carta Berlusconi

Il governatore: "Se il premier diventa Capo dello Stato l'emergenza è finita?"

PALERMO – Il governatore siciliano Nello Musumeci non sembra affascinato dall’idea di vedere Mario Draghi spostarsi da Palazzo Chigi al Quirinale. Intervenendo a ‘Omnibus’, ha rimarcato più volte “l’anomalia” data dal fatto che “da due mesi si parli solo di questo” e offerto una sponda agli alleati Salvini e Meloni con i quali sta trattando anche per la ricandidatura a Palazzo d’Orleans.

“Berlusconi? Perché no”

Musumeci, che da presidente della Regione Siciliana sarà uno dei delegati regionali a votare il successore di Sergio Mattarella al Colle, ha rinsaldato il ritrovato feeling con Silvio Berlusconi, che recentemente in un contatto telefonico aveva formulato i suoi complimenti per il lavoro fatto in Sicilia: “Perché Berlusconi non potrebbe essere uno dei candidati al Quirinale, pur con una maggioranza risicata?”: è il ragionamento fatto dal governatore nel salotto tv di La7. Musumeci guarda alla storia: “Tanti altri presidenti sono stati eletti con una maggioranza non ampia ma hanno poi dimostrato equilibrio e capacità di difensa degli interessi di tutti gli italiani”.

“Draghi al Colle? Allora voto anticipato”

Tra i nomi in ballo c’è anche quello dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato “ma fare un nome oggi – ha sottolineato ancora il presidente della Regione Siciliana – significherebbe bruciarlo”. E allora resta ancora una volta l’ipotesi Draghi: “Ma se il premier, che guida un governo di emergenza, va al Colle significa che l’emergenza in Italia non c’è più?”, è la domanda del governatore che fa sponda con i maggiorenti del centrodestra Salvini e Meloni: “Bene hanno fatto a cercare il dialogo e il perimetro entro il quale far nascere una candidatura”. E se Draghi alla fine dovesse davvero passare da Chigi al Quirinale (“ma è una patologia se una democrazia non riesce a esprimere 4 o 5 nomi”), allora “il ricorso al voto anticipato sarebbe più che legittimo e naturale”. Di una cosa Musumeci si dice certo: “Il nome del candidato presidente verrà fuori due o tre giorni prima delle votazioni”.


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