Elezioni, Salute: l'enigma Razza non è ancora risolto - Live Sicilia

Salute, l’enigma Razza non è ancora risolto

Per tutta la settimana si è parlato di una riconferma dell'assessore nella prossima giunta Schifani: gli indizi dalla convention catanese
ELEZIONI REGIONALI 2022
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CATANIA – La domanda aleggia nell’aria per tutta la serata: ma quindi Razza continuerà a fare l’assessore alla Sanità? Risposte chiare, lo diciamo subito, nessuna. Né dinieghi, né conferme. Ma questo non semplifica le cose. La convention catanese di ieri, in cui si è radunato lo stato maggiore della sanità siciliana, è stata una grande celebrazione dei risultati di Razza e Musumeci da parte dei due stessi celebrati, e dietro la promozione a pieni voti da parte di Schifani del modello dei predecessori ci sono stati diversi ammiccamenti su un possibile futuro di Razza nella politica regionale.

Primo cenno, sotto forma di formula asettica: l’assessore uscente alla Salute prende parola e, nel presentare la serata, dice che si tratta di rendere conto di quello che ha fatto: “È un atto obbligato – dice Razza – Vuol dire cioè essere trasparenti, evidenziare ciò che si è riusciti a fare”. Per poi proseguire con uno sguardo al futuro: “Se c’è qualcosa da migliorare, ci confrontiamo con voi per avere segnalazioni”.

L’ascoltatore, a questa frase, resta a chiedersi perché qualcuno che sta per concudere un mandato cerchi un confronto sulle cose future da fare. Ma è un attimo, perché poi Razza si lancia in una lunga ricostruzione delle cose fatte negli ultimi cinque anni. Fatte talmente bene che Renato Schifani, nel suo intervento, non può fare a meno di prendere il testimone, accettando esplicitamente l’eredità di Razza e dicendo che il suo programma è continuare l’azione del governo Musumeci: “Il tuo esempio – dice Schifani rivolto a Razza – sarà uno stimolo per chi si occuperà di sanità nella giunta Schifani”

La domanda che passa per la testa a tutti i presenti in sala la fa Schifani, sotto forma di constatazione pacata: “L’ho detto fin dall’inizio – dice il presidente emerito del Senato – non capisco perché un governo che ha fatto bene come quello Musumeci non dovesse essere ricandidato, come si fa normalmente altrove”. Ovvero: se si è fatto così bene, che bisogno c’era di cambiare giunta?

È una puntura in direzione di Micciché ma è anche un’apertura sul futuro che il candidato Schifani preciserà poco dopo, rivolgendosi direttamente a Razza: “Se sarò eletto la prima persona che chiamerò sarai tu, Ruggero, per comprendere meglio ed avere un quadro sui temi del Pnrr”. Schifani non specifica in che veste né su che temi, ma difficile pensare che Razza si esprima su temi come le reti idriche, e che accetti di farlo come semplice consulente.

L’interessato, bisogna precisare, ha concluso il suo intervento dicendo che il suo mandato da assessore si conclude qui. E Nello Musumeci, poco dopo, dice che “se Razza avesse deciso di candidarsi avrebbe preso zero voti, perché non ha saputo lavorare per sé, per costruire consenso”. Solo che questa frase Musumeci la pronuncia di fronte al gotha della sanità siciliana, con cui Razza lavora da cinque anni e che, secondo quello che dice lo stesso Razza, ha deciso di partecipare alla serata autonomamente. Dunque un po’ di consenso per Razza circola, e lo si vede quando Musumeci fa una battuta: “Già adesso ho visto in giro cinque – sei assessori alla Salute, e solo nella zona di Catania”. Risate del pubblico. Forse Razza non sarà il prossimo assessore alla Salute. Ma di sicuro l’idea che qualcun altro possa rivestire il suo ruolo suscita l’ilarità generale.


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