Enti locali in dissesto, è caos| In bilico quasi tremila lavoratori - Live Sicilia

Enti locali in dissesto, è caos| In bilico quasi tremila lavoratori

Rischiano di restare fuori dalle procedure di stabilizzazione. Ecco perché. I sindacati: "Intervenga lo Stato".

 

PALERMO – Corsa per salvare i posti di lavoro di circa 2700 precari. Si tratta dei lavoratori di Comuni ed ex province in dissesto e in pre dissesto. A Palazzo dei Normanni la questione è all’ordine del giorno delle commissioni parlamentari: entro il 31 dicembre i Comuni dovrebbero assumere i lavoratori ma servono le risorse e così, mentre la fine dell’anno si avvicina, si fa sempre più urgente la necessità di una proroga.

Cosa impedisce l’assunzione di questi lavoratori? Le questioni sono due. Per tutti i 91 enti in dissesto le assunzioni non si possono fare perché lo stato di crisi finanziaria porta a non avere i bilanci approvati, condizione necessaria per procedere alle stabilizzazioni. Poi ci sono dei Comuni che non potrebbero assumere per via del mancato rispetto del rapporto fra i dipendenti e la popolazione. Questi enti, hanno cioè, troppi dipendenti rispetto ai residenti e così la legge impedisce di assumerne altri. Così, al momento c’è un vuoto normativo che va colmato anche con l’avallo del governo centrale. Sarebbe allo studio così una proroga dei termini per consentire le assunzioni e un intervento nazionale per ottenere una deroga al rapporto tra dipendenti e popolazione.

Giuseppe Lupo, capogruppo del Partito democratico all’Ars rivendica d’avere sollevato la questione. “In conferenza dei capigruppo – racconta – ho chiesto che il governo riferisse sulle procedure riguardanti i lavoratori che aspettano da troppo tempo la loro stabilizzazione. È necessario ogni sforzo di governo, parlamento e forze parlamentari per garantire la stabilizzazione in tempi celeri”.

Intanto gli uffici dell’Ars nelle ultime riunioni della Commissione Affari istituzionali hanno fatto presente che il salvagente dell’assunzione in Resais non può essere considerato: ci sono forti possibilità che il governo nazionale impugni la norma. Riccardo Savona, però, non esclude che questa strada possa rimanere percorribile, pur di evitare che i lavoratori rischino il posto di lavoro.

L’assessore regionale agli Enti locali Bernadette Grasso sta seguendo i dossier con degli incontri a Roma. “Abbiamo già concordato con il governo nazionale –  spiega – la proroga al 2020 che varrà per tutti i Comuni e che porterò in prima Commissione all’Ars per l’approvazione. In particolare  – aggiunge – presso il ministero abbiamo aperto un tavolo di confronto per elaborare una soluzione normativa che vede lo Stato parte attiva, secondo gli uffici, infatti, la questione non riguarda solamente la materia dell’ordinamento degli enti locali ma anche quello della finanza locale. La speranza – conclude – è che tutte le forze politiche si impegnino per arrivare a una soluzione che d’altronde è cercata da tutti”.

“Siamo preoccupati per il destino di questi 2700 lavoratori che potrebbero diventare anche di più e ci siamo attivati” commenta Paolo Montera, segretario della Cisl Fp. Per questo – racconta, poi – abbiamo chiesto all’assessore Grasso di convocarci dopo un suo incontro romano che pare sia stato giorno 27. Aspettiamo riscontro. I lavoratori degli enti in dissesto che non rispettano i parametri tra dipendenti e popolazioni rischiano di andare in esubero. La Regione e lo Stato devono dunque individuare una soluzione. Occorre – prosegue Montera – che sia modificato il Testo unico degli Enti locali così da creare le possibilità di stabilizzare queste persone. Siamo pessimisti sul passaggio in Resais poiché passibile di impugnativa ma, se questa strada è complicata da seguire, riteniamo si debba lavorare alla nascita di un’agenzia pubblica, così da accompagnare questi lavoratori fino alla pensione. Altre Regioni lo hanno fatto. Riteniamo assai ingiusto – chiosa il sindacalista – che questi lavoratori rischino il posto di lavoro perché si trovano impiegati in Comuni in dissesto”.

Anche per Alfio Mannino, segretario della Cgil, “la strada maestra è quella di una norma nazionale per chiarire che le assunzioni non devono essere soggette alla verifica del Ministero dell’Interno. La spesa – aggiunge Mannino – è neutra in quanto viene finanziata dalla Regione. A nostro avviso – continua – già oggi i comuni possono procedere alla stabilizzazione a legislazione vigente e sulla base di quanto espresso dalle direttive comunitarie. È necessario che gli enti provvedano alle assunzioni senza indugiare. Quella della proroga deve essere solo l’estrema ratio, anche se la normativa è farraginosa – ribadisce – si può procedere alle assunzioni”. Sul dossier precari degli enti locali, insomma, è ancora il caos mentre il termine per il termine per le assunzioni si avvicina.

 


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