Esercizio provvisorio e rendiconti, i bilanci che attendono Schifani - Live Sicilia

Esercizio provvisorio e rendiconti, i bilanci che attendono Schifani

Gli appuntamenti con i documenti finanziari all'orizzonte per il nuovo presidente della Regione

Non solo la legge di bilancio. Tra gli appuntamenti che attendono Renato Schifani e il suo prossimo governo c’è il lungo iter che porterà al varo della prima manovra della diciottesima legislatura. Ma questo è solo il primo dei documenti contabili che palazzo d’Orleans si troverà a dovere approvare.

La giunta dovrà infatti approvare il rendiconto 2021 (non approvato a causa della fine anticipata del mandato) e si dovrà misurare con i risultati della parifica del rendiconto 2020. Infine, per recuperare i rallentamenti e il ritardo dovuti alla pandemia, ci saranno da attivare gli iter del nuovo ciclo di bilancio. Secondo le previsioni normative entro giugno andrebbe presentato il Defr 2024/2027. Inoltre il rendiconto del 2022 andrebbe varato entro aprile per poi procedere alla all’assestamento. Saranno quindi 3 i consuntivi del governo Musumeci con cui dovrà confrontarsi il prossimo esecutivo.

Esercizio provvisorio in attesa della nuova Ars

In assenza del governo quel che appare inevitabile, nell’immediato, è l’approvazione di un esercizio provvisorio che consenta alla Regione di spendere in dodicesimi mentre si compiono tutti i passaggi richiesti per l’organizzazione degli organi parlamentari.

Il primo passaggio è quello della formazione dell’Assemblea regionale siciliana che, a quasi un mese dal voto, ancora non ha avuto proclamata l’intera formazione dei 70 deputati che prenderà posto a Sala d’Ercole.

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L’aula dovrà essere convocata e dopo l’insediamento si procederà alla costituzione dell’ufficio di Presidenza e delle commissioni di merito. Nel frattempo il governo si insedierà. Solo dopo potrà iniziare a elaborare una manovra che sicuramente proverà a dare qualche risposta ai siciliani mentre la crisi dovuta al caro bollente fa sentire il suo mordente.

Ma per elaborare la manovra ci vorrà tempo e così, appunto, è naturale che sarà necessario sacrificare le esigenze di piena agibilità della macchina amministrativa regionale per scrivere una manovra che non abbia solo una funzione di autorizzazione della spesa.

In questi anni d’altronde non è quasi mai capitato che non si ricorresse all’esercizio provvisorio almeno per uno due mesi.

I soldi per il caro bollette

È di qualche giorno fa, nella direzione dei ristori per le imprese colpite dal caro energia, la notizia che la Commissione europea propone di utilizzare fino a 40 miliardi di euro dai fondi di coesione per sostenere i cittadini e le Pmi davanti al caro energia. Bruxelles ha aperto al la possibilità per i governi di impiegare i fondi di coesione non impegnati dalla programmazione 2014-2020 e riprogrammarli per sostenere le aziende e le famiglie vulnerabili nel pagare le bollette energetiche. Si tratta di uno schema in parte già visto, se si ricorda che i buoni spesa della Regione furono finanziati appunto con fondi Fsc.

Rendiconti e parifiche

Come appreso durante le ultime due legislature è però l’appuntamento del rendiconto e della parifica dello stesso uno dei punti nodali della vita economica della Regione. Dai consuntivi si scopre, infatti, se sono necessarie somme da apportare per la copertura di eventuale disavanzo e , di conseguenza, quanto è corta la coperta del bilancio.

Il governo Musumeci con l’assessore all’economia Gaetano Armao ha lavorato per fissare in modo più certo l’ammontare reale del disavanzo della Regione. Con il rendiconto 2019, infatti, dopo una verifica di tutti i capitoli di bilancio il dato del disavanzo si è assestato attorno ai 7 miliardi con un incremento, in quell’anno, di 2 miliardi. Da allora la questione non è stata più l’eventuale nuovo disavanzo da trovare ma il ripiano dello stesso. Proprio dopo la parifica del rendiconto 2019, infatti, è stato siglato l’ultimo accordo Stato-Regione che ha previsto, tra l’altro, il blocco della nuova spesa e che ha permesso, così facendo, il ripiano decennale del nuovo disavanzo. Il ripiano decennale è stato oggetto di una vicenda giurisprudenziale ed è proprio la fattibilità di un ripiano differente rispetto a quello triennale, previsto dalle norme di contabilità, che sarebbe oggetto delle contestazioni della Corte dei conti alla Regione.

Rapporto con lo Stato e la Corte dei conti

Da una parte sarà importante la parte politica dall’altra occorre rimanere vigili sul rispetto della normativa contabile per evitare gli sconti istituzionali che in questi anni non sono mancati.

Se da una parte è vero, infatti, che i buoni rapporti con il governo Draghi hanno permesso alla Regione di portare a casa questioni come il superamento politico delle questioni di costituzionalità sul rendiconto 2019 e di incassare a vario titolo 815 milioni di euro. Dall’altra parte non si può negare anche che il governo ha intrapreso un vero e proprio scontro istituzionale con la Corte dei conti.

Lo scontro ha portato, nei mesi scorsi, a una decisione della Corte costituzionale su un conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato: tra Regione e Corte dei conti ed è stabilita l’autonomia del processo di verifica della regolarità contabile e del processo legislativo.

Di Mauro: i conti sono il primo problema

Proprio questa settimana, poi, è arrivato il monito del deputato Roberto Di Mauro. “La cassa della Regione – ha detto intervenendo dopo lo sblocco operativo del pagamento delle imprese che attendevano di incassare – non può rimanere chiusa per ragioni di ordine tecnico, per alcuni mesi all’anno, come è successo negli ultimi cinque anni – ha detto il vice presidente dell’Ars uscente -. Un mandato di gennaio non può essere incassato a luglio, da agosto a novembre non si può rimanere con le casse bloccate”.

Di Mauro ha sostenuto che “i conti sono il primo problema che Schifani dovrà affrontare”, aggiungendo che “dopo la definizione del contenzioso sulla compartecipazione alla spesa pubblica della Sanità, che vale oltre 600 milioni di euro all’anno per la Regione, (400 da quest’anno e poi gli arretrati da quantificare), è fondamentale trovare la modalità con cui mettere a regime la liquidità della Regione”.

Comunque sia, anche in questo inizio di legislatura, sembra proprio che i conti saranno protagonisti dei primi mesi di attività di governo e parlamento.


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