Europee, manovre in vista| "Lista unica della sinistra" - Live Sicilia

Europee, manovre in vista| “Lista unica della sinistra”

Giusto Catania propone lo scioglimento dei partiti, tra cui Rifondazione comunista, per aprire un cantiere a sinistra del Pd con Verdi, Idv, movimenti e società civile. E lancia un appello a Sel che, per bocca di Simone Di Trapani, replica: "Facciamo un congresso per decidere la nostra linea politica".

catania a sel: "decida con chi stare"
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PALERMO – Grandi manovre in vista delle prossime elezioni europee. Il rinnovo del Parlamento di Bruxelles comincia ad agitare la politica locale che vede nell’appuntamento con le urne un passaggio delicato per le proprie formazioni. Al di là dei partiti di governo grande fermento si registra anche a sinistra, come conferma l’assessore al comune di Palermo Giusto Catania di Rifondazione comunista.

“Noi stiamo lavorando a una lista della sinistra che sia collocata a livello europeo con la sinistra europea, a sostegno della candidatura di Alexis Tsipras a presidente della Commissione, in una collocazione autonoma rispetto ai socialisti che invece sostengono Martin Schulz”, dice Catania. Da quest’anno, infatti, i partiti dovranno anche indicare il proprio nome per la successione di Manuel Barroso. “Noi pensiamo vada colta la possibilità di questo appello, lanciato da Andrea Camilleri e Barbara Spinelli, che individua in Tsipras, leader del partito greco Syriza (che alle ultime elezioni elleniche ha fatto il pieno di voti, ndr) il candidato ideale e indica un percorso in cui si possono mettere dentro forze politiche, personalità del sociale e della cultura per un’unica lista che si presenti all’appuntamento del 25 maggio. Questa lista può essere anche, secondo me, il primo tassello per una nuova soggettività politica, non una lista funzionale solo alle elezioni ma che lavori e sia il primo passo per la costruzione di una soggettività autonoma con lo scioglimento di tutti i partiti che partecipano alla lista. Anche di Rifondazione comunista”.

Un progetto che rischia però di dover fare i conti con i fallimenti del recente passato di Rivoluzione civile e della Sinistra arcobaleno. “Noi dobbiamo fare un’operazione diversa – spiega Catania – senza pensare solo a ragioni elettorali. Quelle sono esperienze nate e poi morte subito dopo le elezioni, noi invece dobbiamo fare un’operazione politica che prescinda dalle urne. Su questo bisogna avere coraggio, tutte le forze a sinistra del Pd, che in Europa è con i socialisti, e che vogliono cambiare l’Europa, devono ritrovarsi. Speriamo che Sel faccia questa scelta, noi ce lo auguriamo. Loro adesso andranno a congresso, speriamo che il nodo venga sciolto. C’è un dibattito al loro interno, ma l’escamotage della terza strada sa un po’ di finto, non ci sono altre vie in Europa e in Italia. O stai con i vincoli di Maastricht o con la rottura di questa compatibilità, come ha fatto Tsipras in Grecia. Insomma, cara Sel sei a un bivio: decidi da che parte stare. In Europa i socialisti fanno grandi coalizioni ovunque, in Germania sostengono la Merkel”.

Un appello che Catania estende però anche a Ingroia, Rivoluzione civile, i movimenti No Muos e No Tav, le organizzazioni sociali, Verdi, Idv. “Penso sia l’ultimo tram che passa – aggiunge l’assessore – io non voglio morire assorbito dal Pd di Renzi, né vorrei morire ingabbiato nel finto bipolarismo italiano. C’è bisogno di una soggettività della sinistra come in Germania, Spagna, Francia, Grecia e in Europa e che qui non abbiamo, malgrado ci sia uno spazio sociale”. E i grillini? “Non so se il Movimento cinque stelle si colloca in Europa, mi pare ondivago: fanno gli incontri con indipendentisti, euroscettici, gruppi di destra. Io non propongo un’ammucchiata, ma uno spazio di elaborazione politica dalla collocazione chiara. Ho paura che i grillini abbiano una fisionomia politica indistinta. Mi rivolgo a quelle persone che stanno nel movimento grillino, ai loro elettori, e si riconoscono nei valori della sinistra: molti di loro hanno votato cinque stelle perché delusi dalla sinistra”.

Catania, però, dice no agli euroscetticismi: “L’Europa è il terreno minimo della campagna politica. L’Europa determina le politiche economiche degli Stati, il problema è cambiarla. Io non sono per uscire dall’euro, ma per fare una battaglia antinflattiva e con nuovi investimenti. Dobbiamo semmai riacquisire il potere politico che deve prevalere sul finanziario. L’Europa ha lasciato alle banche il governo dell’economia, ecco cosa va cambiato. Ci vuole più Europa, non meno, ma più Europa politica. Candidati? Non ne conosco nemmeno uno, siamo ancora in una fase iniziale, parliamo ancora di lista”.

Un invito a cui Simone Di Trapani, segretario provinciale di Sel, risponde così: “Noi facciamo un congresso per decidere proprio questo, e noi, a differenza di altri, facciamo congressi veri in cui discutiamo di linea politica”.

 


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