Ex Pip: "Silenzio assordante da Roma e la Regione si nasconde"

Ex Pip: “Silenzio assordante da Roma e la Regione si nasconde”

Le parole di Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl Sicilia
IL SINDACATO
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“Silenzio assordante sulla stabilizzazione degli Ex Pip. Questa melina, dopo oltre 20 anni, non è più accettabile”. Sulla vicenda interviene nuovamente Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl Sicilia, che continua: “Dal tavolo tecnico istituito a Roma presso il ministero della Funzione Pubblica non giunge più alcuna notizia. Non vorremmo pensare male, ma tutto questo silenzio è forse riconducibile alle campagne elettorali che sono ormai alle porte?”

“I politici devono smetterla di pensare agli Ex Pip solo come un bacino di voti che, ciclicamente, possono riutilizzare – aggiunge la sindacalista -. Si tratta di lavoratori che, da oltre 20 anni, vivono in una situazione di precariato fatta di pochi diritti, peraltro conquistati nel tempo, e tanti doveri. Si pensi, ad esempio, alle rivendicazioni legate al riconoscimento mensile del cosiddetto ‘Bonus Renzi’ di cui, quest’anno, dopo molteplici interventi sindacali è stato erogato soltanto un acconto”.

Calabrò elenca una serie di criticità: il mancato pagamento mensile come per tutti altri lavoratori, il mancato accreditamento dei rimborsi del 730/2021, la mancata consegna del “cedolino paga” dal quale poter evincere le voci relative alle competenze e alle trattenute.

Ed ancora, “le problematiche legate all’organizzazione del lavoro che pare determinata, piuttosto che da linee guida valevoli per tutto il personale del bacino, da direttive proprie degli Enti ospitanti. Per quanto ancora gli ex Pip dovranno restare in questo limbo, sopportando tutto questo? Dall’ultimo incontro del mese di agosto presso l’assessorato all’Economia, infatti, è emersa un’ulteriore complicazione dovuta ai dubbi sollevati dal Mise. Il presidente della Regione Nello Musumeci si è attivato per richiedere deroghe ai vincoli imposti dall’accordo Stato-regioni del 14.01.2021 che sembrerebbe non consenta alla Regione siciliana di procedere con nuove assunzioni/stabilizzazioni attraverso l’imposizione di vari blocchi. A noi sembra più un problema di lana caprina dal momento che il governo Draghi, con tutti gli interventi a favore dell’occupazione, non può lasciare la Sicilia esclusa da ciò che si sta facendo nel resto d’Italia. I politici facciano sentire la propria voce a livello nazionale in maniera forte e coesa, al di là della propria appartenenza partitica, per definire tale problematica affinché si accelerino i tempi. Quanto alla Regione siciliana, che non si nasconda dietro un dito limitandosi a una semplice richiesta di rivisitazione dell’accordo ma si assuma la responsabilità di risolvere definitivamente il problema”.


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