Falsi pentiti, telefonate e bugie | Borsellino, una palude giudiziaria - Live Sicilia

Falsi pentiti, telefonate e bugie | Borsellino, una palude giudiziaria

Commenti

    Buongiorno, dott. Lo Verso. Da quanto si legge e si è sentito in questi lunghi anni, a noi, piccole donne e uomini comuni, credo apoaia chiaro che gli efferati delitti di Maggio e Luglio del “92” fossero inevitabili. Giovanni e Paolo avevano raggiunto un livello di conoscenza e pericolosità per il Sistema Mafioso che non poteva che esserci altra soluzione al “problema”. La Mafia e il suo complesso Sistema erano impreparati a fronteggiare l’alta professionalità e serietà di Goovanni e Paolo, eredi per certi versi , dell’intuito geniale di S.E. Il Prefetto Dalla Chiesa. La “disordinata” strategia del presunto depistaggio, nasce quindi da una incombente necessità, non programmata. Da lì in poi, sicuramente Il Sistema di ” Cosa Nostra” , avrà creato dei livelli a compartimento stagno dentro i quali mettere, con piena consapevolezza degli Attori ( pentiti, collaboratori e Aziende), che al momento opportuno possono essere utilizzati come “Carne di Castrato sacrificale”. Con tale metodo, al minimo cenno di paura, nascono i pentiti di turno etcccc. Rimane chiaramente ed incontrovertibilmente, il Valore Unico di Donne e Uomini dello Stato Sano che unendo sinergicamente le singole professionalità riesce ad essere incisiva a prescindere dai tentativi di depistaggio sacrificale. Credo che il momento storico che Palermo vive in atto, sia uno dei più proficui nella lotta al pensiero e sistema mafioso. Noi che diventammo adulti allo stupore di rombi della bombe, noi crediamo e continuiamo a sperare…perché prima o poi finirà…..

    quante persone condannate inutilmete…..

    La legge sui collaboratori di giustizia certo criticabile , ma ha permesso di fare luce su centinaia casi d’ omicidio archiviati, senza il loro supporto non si sarebbe risolto un solo caso. Che la situazione sia comunque scappata dal controllo l’ articolo in questione ne ‘ e’ la prova.

    io credo a Fiammetta Borsellino e Salvatore Borsellino che parlano di via d’amelio come “strage di stato”.

    In questa tua riflessione stai sottovalutando, a mio parere, il ruolo non secondario, di pezzi dello Stato e di potere romani e locali…

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