I fedelissimi di Crocetta ovunque | Il dorato mondo del sottogoverno - Live Sicilia

I fedelissimi di Crocetta ovunque | Il dorato mondo del sottogoverno

Dalle società partecipate agli enti regionali, dalle Province agli assessorati, sono decine gli incarichi dati a uomini e donne vicini al presidente. In qualche caso buoni per qualsiasi ruolo, purché ben retribuito.

PALERMO – Doveva essere tagliata, ridotta, cancellata, abbattuta dalla rivoluzione. E invece, la foresta del sottogoverno è tutta lì. Con le sue società partecipate mangiasoldi, con i suoi carrozzoni regionali, con i suoi enti da commissariare. La selva dei “sottoposti” è tutta lì. L’era Crocetta si è limitata a sradicare qualche albero e a piantarne di nuovi. In qualche caso, invece, ha tenuto salda la vegetazione che c’era. In qualche altro caso, invece, ha “testato” il fedelissimo in vista di un eventuale trasferimento nel giardino della giunta.

Così, scopri che oltre al ristretto “cerchio magico” del governatore ne esiste uno appena un po’ più largo. Che non si limita a cingere le poltrone più vicine a quelle del presidente, ma comprende anche quell’universo lì, quei satelliti di potere che ruotano attorno al pianeta Crocetta.

Gli uomini (e le donne) buoni per ogni incarico

Per il governatore, ad esempio, esistono uomini che, per le loro capacità, tornano buoni per ricoprire qualsiasi incarico. Anche i più differenti. È il caso, ad esempio, dell’attuale capo di gabinetto di Crocetta, cioè Giulio Guagliano. Già collaboratore dell’ex assessore all’Economia Luca Bianchi, in questi anni Guagliano è stato nominato (probabilmente dimenticheremo qualcosa) anche amministratore della società Resais, componente di uno degli organismi che gestiscono la società Seus-118, commisssario della provincia di Caltanissetta, componente del collegio sindacale dell’Irfis, componente del collegio dei revisori della Camera di commercio di Caltanissetta e di quello del consorzio universitario di Palermo. Incarichi che hanno fruttato oltre 100 mila euro in un anno. Somma che si aggiunge agli altri 100 mila guadagnati in qualità di dirigente regionale. Uomini dalle competenze così ampie, insomma, da poter coprire senza difficoltà ruoli assai diversi. È il caso, ovviamente, di Antonio Ingroia. Prima, per Crocetta, l’ex pm era “perfetto” per il ruolo di presidente della società Riscossione Sicilia. Ma il Csm in quel caso alzò paletta rossa. Poco male. Ingroia era comunque perfetto per guidare una società che si occupa di tutt’altro, come Sicilia e-Servizi. Già che c’era, Crocetta lo ha anche nominato commissario della Provincia di Trapani. Prima di farsi “bacchettare”, stavolta, dal garante anticorruzione. E dire che lo aveva mandato lì per contribuire alle ricerche su Matteo Messina Denaro…

La “cifra” legalitaria è rinvenibile un po’ anche nelle storie degli altri fedelissimi del sottogoverno. È il caso ad esempio di Antonio Fiumefreddo. Prima Crocetta lo scelse come assessore ai Beni culturali, attirandosi le ire e il “veto” del Pd. Poi gli propose un incarico di vertice alla Società patrimonio immobiliare, quindi la guida di Riscossione Sicilia. Adesso, per Crocetta, Fiumefreddo, che in passato fu Soprintendente del Teatro Bellini, nominato da Raffaele Lombardo, è persino “l’uomo-chiave” per il rilancio delle imprese siciliane anche per la sua costante “lotta al malaffare”. E per questo il governatore spinge per averlo in giunta, alle Attività produttive. Nonostante il gravoso ruolo di Segretario generale, invece, Patrizia Monterosso è stata anche nominata nel cda di Irfis (vicepresidente) e in quello dela “Kore” di Enna. Superdirigenti, in grado di fare tante cose contemporaneamente. Come Anna Rosa Corsello, che fino a un anno fa ricopriva insieme il ruolo di dirigente generale alla Formazione, dirigente generale al Lavoro e commissario liquidatore sia della società Biosphera sia della Multiservizi. E con il commissariamento infinito delle Province, ecco i doppi incarichi per altri direttori come Dario Cartabellotta, Ignazio Tozzo, Luciana Giammanco e Rosa Barresi, prima del suo approdo in giunta.

Dalla giunta alla sottogiunta

E del resto, il tragitto che lega il governo ai posti di sottogoverno è sempre molto trafficato. È il caso ad esempio di Mariella Lo Bello e Nelli Scilabra, che hanno condiviso – fino a un certo punto – il destino che li ha portati dai posti all’interno dell’esecutivo a quelli degli uffici di gabinetto, col ruolo di segretarie particolari del governatore. Ma anche altri ex assessori sono stati in qualche modo ripescati dalle reti degli incarichi. Quelli di consulenza, in particolare, come nel caso dell’ex assessore all’Ambiente Salvatore Calleri (lo stesso che chiese: “Giuseppe Alessi, chi è costui?”), adesso consulente personale del governatore in carica, o come nel caso dell’ex responsabile in giunta dell’Economia, Roberto Agnello, chiamato come consulente da Lucia Borsellino e confermato da Baldo Gucciardi. E tra i consulenti, ecco spiccare i fedelissimi del presidente. Stefano Polizzotto, a dire il vero, con Crocetta sembra aver “rotto” da un po’: ex capo dela segreteria tecnica, per un periodo fu consulente del presidente che adesso si avvale, tra gli altri, di altri due uomini di fiducia. Antonello Pezzini sta ancora lavorando a quel Patto dei sindaci che avrebbe dovuto portare in Sicilia circa 5 miliardi di finanziamenti dall’Europa. Inutile dire che stiamo ancora aspettando. Per Sami Ben Abdelaali un incarico finalizzato ai rapporti con i paesi del mediterraneo e un ruolo centrale anche nella gestione dell’Expo. Poche settimane fa fece discutere l’assunzione del consulente nella società di Tomaso Dragotto, l’imprenditore scelto da Crocetta per far parte del cda di Gesap, l’azienda che gestisce l’aeroporto di Palermo. Un’assunzione sullla quale in tanti hanno sollevato qualche “dubbio”. Si sarebbe trattato di uno dei primi casi di incarico di “sotto-sotto governo”.

C’è poi anche la possibilità di usare il “sottogoverno” per altri incarichi dello stesso tipo. Detto del capo di gabinetto di Crocetta, Giulio Guagliano (che è pur sempre un dirigente della Regione), ecco un altro storico componente degli uffici di gabinetto del presidente, Gaetano Moltalbano, piazzato alla guida della Seus o l’ex capo di gabinetto del governatore, Gianni Silvia, tornato buono anche per la guida della Fondazione orchestra sinfonica siciliana.

Gli straordinari commissari

Francesco Calanna, invece, ha anche militato nel Megafono. Un passato che evidentemente ne fa un uomo di fiducia del presidente. Una fiducia, del resto, manifestata con i “numeri”. Nominato commissario straordinario dell’Ente sviluppo agricolo (il commissario straordinario dovrebbe occuparsi di fatti circoscritti, anche nel tempo), il dirigente si è visto rinnovare il contratto la bellezza di otto volte in due anni. Una scelta in controtendenza, visto che altrove i cambi e i turn over sono stati frenetici. Alla Crias, ad esempio, in pochi mesi si sono alternati Maria Amoroso, Filippo Nasca e, ultimo in ordine di tempo, Claudio Basso. All’ombra dei templi di Agrigento, Gaetano Pennino ha lasciato – una volta nominato dirigente generale – la guida del parco archeologico ad Alberto Pulizzi. All’Istituto regionale del Vino e dell’Olio, Crocetta ha chiamato dapprima come commissario un volto più o meno noto della tv, come il nutrizionista Giorgio Calabrese, per poi sostituirlo con Antonino Di Giacomo Pepe. E ancora, ecco commissari disseminati ovunque, nel corso di questi anni. È il caso di Dario Lo Bosco, già presidente di Ast (sì, proprio l’azienda di trasporto pubblico che Crocetta avrebbe voluto trasformare in una compagnia aerea) nominato anche commissario della Camera di commercio di Catania. Alfonso Cicero, invece, fu per mesi commissario straordinario dell’Irsap prima della nomina a presidente, tra furenti polemiche all’Ars. Ci fermiamo qui. Solo per non annoiare. Ovviamente, questi incarichi sono tutti ben retribuiti, e vengono tranquillamente cumulati tra loro, nei casi dei fortunati fedelissimi “multiruolo”. Ma il sottogoverno è si distende ben oltre questi racconti. Persino in una realtà virtuale. Quella che ha visto – con tanto di comunicato stampa del presidente della Regione – Tano Grasso, simbolo della lotta al racket, sedersi sulla poltrona di “superdirigente” agli appalti. Sono passati quasi due anni. Tano Grasso non si è mai insediato.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI