Gela e Pantano D'Arci, dove nasceranno i termovalorizzatori: le polemiche - Live Sicilia

Gela e Pantano D’Arci, dove nasceranno i termovalorizzatori: le polemiche

Reazioni dal Pd, da Legambiente e dalla Cisl Catania

PALERMO – Sorgeranno nella zona industriale di Gela e a Pantano D’Arci. Dopo la notizia del via libera ai due progetti per i termovalorizzatori o termoutilizzatori è arrivata anche la notizia di dove sorgeranno. Ieri è stato lo stesso Musumeci ad annunciare il via libera ai progetti, selezionati dopo una prima manifestazione di interesse e destinati adesso alla seconda fase del project financing, fase in cui la Regione chiede agli operatori economici di presentare proposte migliorative rispetto ai progetti oggetto di gara. “Quello per la Sicilia occidentale – ha spiegato Musumeci – dovrebbe costare intorno a 647 milioni. Quello della Sicilia orientale poco meno di 400 milioni.”

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Legambiente: scelta insostenibile

La scelta del presidente Musumeci di costruire gli inceneritori è scellerata e insostenibile, per l’ambiente e per le tasche dei siciliani. Come per quelli di Cuffaro, alla faccia della rottura con il passato, faremo di tutto per fermarli”. Lo dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.

“Sui rifiuti, così come per le nuove trivellazioni alla ricerca di gas nel mare siciliano, il presidente Musumeci continua ad offrire soluzioni vecchie, con una visione dello sviluppo e della sostenibilità superata da un paio di decenni. – aggiunge – Oggi le priorità sono la raccolta differenziata, il riciclo di materia e l’economia circolare, ambientalmente ed economicamente di gran lunga preferibili sia alle discariche che agli inceneritori. Scegliere la strada degli inceneritori significa accettare che il tetto massimo di raccolta differenziata per la Sicilia sarà il 65%, molto al di sotto degli obiettivi fissati dall’Europa. Un’ipotesi inaccettabile, fatta da chi non ha più forza, serietà e autorevolezza e sceglie, quindi, scorciatoie propagandistiche”.

“I siciliani, oltre a pagare lo smaltimento in questi impianti (in mano ai privati) dei rifiuti prodotti e che la Regione ha deciso oggi di non voler più recuperare e riciclare, dovranno anche pagare nella Tari il costo delle emissioni dannose per il clima. Davvero una scelta lungimirante e conveniente”, conclude.

Barbagallo (Pd): non siamo contro ma abbiamo dubbi su Pantano D’Arci

Il video di Musumeci è stato di annuncio ma anche di attacco. Il presidente della Regione ha infatti iniziato il suo intervento parlando della stessa scelta di ricorso alla termovalorizzazione realizzata dal sindaco del Partito Democratico di Roma, Roberto Gualtieri. Non si è fatta attendere così la replica del segretario Dem Anthony Barbagallo. “Il Pd non ha nessun pregiudizio sui termovalorizzatori. Ma più volte abbiamo illustrato gli errori di fondo di una scelta che arriva, ormai fuori tempo massimo e senza alcun confronto. Mentre il governo del nulla si è arrovellato per tutta la legislatura su un piano rifiuti vuoto e inutile”, ha spiegato Barbagallo.

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“Al Governo, anche con una interrogazione a mia firma e senza alcuna risposta – spiega Barbagallo -, abbiamo fatto presente che vi sono elementi di incompatibilità ambientale per il sito di Pantano d’Arci, nel Catanese, in cui si intende realizzare un impianto di compostaggio. Desta inoltre perplessità anche l’area di Gela. A proposito di concertazione e di improponibili paragoni con Gualtieri, avanzate da Musumeci: il confronto su un tema delicato come questo avrebbe dovuto suggerire a Musumeci cautela e dialogo”. “E non – conclude – l’ennesimo annuncio a pochi mesi dalle elezioni regionali”.

Cisl Catania: “Non si può dire sempre no”

Non si può dire sempre no: siamo d’accordo sui termovalorizzatori, ma va ridiscussa tutta la filiera del ciclo dei rifiuti, dalla raccolta al compostaggio e al riutilizzo delle materie prime”. Lo afferma Maurizio Attanasio, segretario della Cisl di Catania, l’annuncio del presidente Musumeci sull’idoneità di due progetti di impianto, uno per la Sicilia occidentale uno per quella Orientale.

“Le continue emergenze in cui versano le discariche, compresa l’attuale, e l’allarme sanitario che ne scaturisce – aggiunge – sono anche figlie di anni di ‘no’, spesso pregiudiziali, alla realizzazione di qualsiasi impianto. Ora è il momento di dire ‘sì’, anche perché ci sono soluzioni innovative già in funzione sia in altre grandi regioni italiane sia in alcune capitali europee. Certo, quella dei termovalorizzatori resta comunque una soluzione parziale della questione rifiuti, ma c’è bisogno di confrontarsi sulla loro gestione, dalla raccolta allo scarto di materie riutilizzabili, fino alla produzione di bio-energia, per definire ciò che andrà davvero a finire dentro l’impianto. Ma – conclude il segretario della Cisl catanese – occorre superare la stagione delle discariche che oltre a rappresentare un danno ambientale e un ‘business’ non sempre chiaro, non consentono un riutilizzo adeguato dei rifiuti conferiti e sepolti dalla terra”.

Giusto Catania: “Notizia che ha il sapore della beffa”

“Per la Giornata mondiale della terra il governatore Musumeci annuncia la prossima realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia al modico costo di un miliardo di euro. Una notizia che ha l’amaro sapore della beffa nel giorno in cui in tutto il mondo si parla di ‘investire nel pianeta’ per contrastare il cambiamento climatico e le emissioni di Co2. Il titolo dell’Earthday 2022 non alludeva certo all’investimento di privati per lucrare sul business dei rifiuti”, è il commento dell’assessore alla mobilità di Palermo ed esponente di Sinistra civica ecologista Giusto Catania

“Se la soluzione della destra è quella di illudere i cittadini che bruciare i rifiuti sia il modo migliore di affrontare una grande questione mondiale applicandolo a Palermo – spiega Catania -, noi lo impediremo in ogni modo. Qualcuno ha infatti lasciato trapelare l’idea che a Bellolampo si possa fare un altro inceneritore, il terzo della Sicilia”. “Invece di implementare circuiti virtuosi di riciclo, economia circolare, raccolta differenziata la Sicilia punta a sistemi di smaltimento dei rifiuti vecchi di decenni, in ritardo ed in controtendenza rispetto agli altri paesi europei”


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