Gesip, ex Pip e Coime | E' l'emergenza lavoro in città - Live Sicilia

Gesip, ex Pip e Coime | E’ l’emergenza lavoro in città

Casse pubbliche vuote, scadenze immediate e proteste. Radiografia di un bacino di 7 mila lavoratori alle prese con varie vertenze e che aspetta risposte dal settore pubblico per il proprio futuro sempre più in bilico.

PALERMO – La Gesip, il Coime, gli ex Pip e perfino gli assistenti per i disabili. Le emergenze lavorative che a Palermo riguardano, anche indirettamente, il settore pubblico sono diverse fra loro ma rappresentano bene il problema degli enti pubblici, dallo Stato alle ex Province, di garantire posti di lavoro e servizi in alcuni casi essenziali come quelli per gli studenti diversamente abili. Quattro vertenze che coinvolgono quasi settemila lavoratori e terranno ancora banco, tra scadenze prossime e probabili manifestazioni.

GESIP Partiamo dalla vertenza che ormai da anni è protagonista  nel capoluogo siciliano. Gli oltre 1.500 dipendenti della partecipata di Palazzo delle Aquile, infatti, da due anni sono in cassa integrazione: gli ammortizzatori sociali scadranno però entro l’anno e il 2015 è ancora un’incognita. L’amministrazione Orlando ha previsto in bilancio 30 milioni di euro, di cui uno per costituire una nuova azienda, in cui confluiranno tutti i dipendenti al netto di quelli che sostituiranno chi andrà in pensione in tutte le partecipate, e 29 per gli stipendi. Senza un sostegno da Roma è possibile il ricorso ai contratti part-time a 20 o 24 ore per tutti. Annunciato anche l’avvio del terzo bando per l’esodo incentivato.

PIP Quasi 3mila lavoratori, per novembre, sono riusciti a tornare al lavoro ma l’incognita è sul prosieguo. La Regione ha firmato, in extremis, una circolare che ha consentito ai dipendenti di tornare in servizio venerdì scorso per un altro mese, ma la partita si giocherà in assestamento di bilancio: sarà lì che Palazzo dei Normanni dovrà trovare le risorse per non lasciare a casa gli ex Pip, nati al comune di Palermo e poi transitati, nell’era Lombardo, sotto le dipendenze di Palazzo d’Orleans. Il costo è di circa 3 milioni di euro al mese.

ASSISTENTI DISABILI Lunedì pomeriggio hanno annunciato che torneranno in piazza: si tratta dei disabili e degli assistenti per i quali è scattato lo stop alle attività extrascolastiche e alle terapie in regime di semiconvitto e convitto. Un dramma sociale non solo per le famiglie dei disabili, 1.200 nel Palermitano, ma anche per i 200 operatori che lavorano per le cooperative che svolgono, a volte, anche il servizio di accompagnamento di mattina a scuola per 384 ragazze e ragazzi. Il cambio in giunta regionale ha però bloccato la macchina burocratica, ma intanto dal primo novembre è scattato il blocco. La Provincia, titolare dei servizi, non ha i soldi: servono 400mila euro da qui a fine anno. Sono stati avviati a regime ridotto i servizi igienico-sanitari, alla comunicazione e all’autonomia. Altri 850 operatori svolgono per il comune di Palermo i servizi per gli alunni disabili di scuole elementari e medie: a due mesi dall’inizio della scuola, il servizio non è partito.

COIME Sono quasi un migliaio gli operai edili del comune di Palermo, che dal 2000 sono stati assunti a tempo indeterminato da Palazzo delle Aquile e che si occupano di manutenzioni. Un bacino inizialmente formato da quasi 2mila unità, andatosi via via riducendo col tempo. Cinquecento sono impegnati come operai nelle manutenzione e altri in compiti di istituto negli uffici, con ruoli che vanno dal geometra al portiere. Si tratta di una forza lavoro che garantisce servizi essenziali, dai compiti di custodia alle manutenzioni e alla protezione civile. La commissione Bilancio della Camera, nel parere alla Legge di stabilità 2015 fornito al presidente Boldrini, ha praticamente invitato a stralciare l’emendamento che, dagli anni ’80, garantisce i 30 milioni necessari al Comune, che di suo ne aggiunge altri otto. I lavoratori hanno manifestato più volte e lo stesso sindaco Orlando ha chiesto al Parlamento di non dare seguito all’orientamento della commissione parlamentare. Risultano presentati ad oggi tre emendamenti per evitare il taglio dei finanziamenti.


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