in tutto il mondo si costruiscono ponti che consentono collegamenti veloci per merci e persone. Ad Istanbul da tempo ne esistono tre che congiungono la parte europea della città a quella asiatica, in Giappone ne sono presenti decine anche in considerazione della particolarità del paese formato da tantissime isole. Pensiamo a New York senza il ponte di Brooklyn o San Francisco senza il Golden Gate Bridge. Copenaghen è stata unita a Malmo ( Svezia ) con un ponte lungo quasi 9 chilometri. Tali costruzioni sono state effettuate in base a analisi di tipo economico-sociale e, in tutti i casi, gli studi hanno avallato l'enorme importanza ed utilità dei ponti. Non fa certo eccezione il ponte sullo stretto. Chi fa impresa in Sicilia sconta quotidianamente la penalizzazione dell'attraversamento delle merci via mare ( distretto della pesca di Mazara e Porto Empedocle, i mercati ortofrutticoli di Mazara, i produttori di vino etc. etc. ), ma anche il normale transito extra commerciale è reso problematico dall'utilizzo dei traghetti. La materia non può essere oggetto di proclami a sfondo ideologico di soggetti che ( come appunto nel caso di Bonelli, di cui si sconoscono le competenze tecniche e le esperienze acquisite in campo lavorativo precedentemente all'impegno politico ) della questione ne fanno un tema ideologico-oscurantista, neppure chiedendosi perchè in tutto il mondo ( Cina compresa ) le società si sono comportate in modo assai diverso rispetto alle loro linee di pensiero. Quotidianamente dobbiamo sorbirci stentoree prediche che non hanno nessuna base tecnica, economica e, più in generale, scientifica, da parte di persone che del progetto ponte ne fanno solo una questione di principio e di occasione di conflitto politico.
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