"Guardate il mondo come bambini | Lui vi stupirà ancora" - Live Sicilia

“Guardate il mondo come bambini | Lui vi stupirà ancora”

Antonino Zichici è nella sua Erice, per un seminario internazionale sulle emergenze. Qui ci racconta il segreto del suo elisir di giovinezza. E parla anche di... politica.

L'intervista col professore Zichichi
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4 min di lettura

PALERMO– “La scienza? Lei mi chiede che cos’è la scienza? E’ il mio lavoro. E’ ciò che mi diverte e mi impegna a fondo, mantenendomi giovane”.

C’è freschezza nella voce di Antonino Zichichi, scienziato di fama mondiale, giunto a ottantasei primavere che ne hanno mantenuto intatte passione e lucidità. E c’è anche altro: un’eco di Archimede, il fruscio della veste di Galilei, il barbiere di Einstein: sempre di discendenza si tratta.

Il professore, come d’abitudine, ha riunito nella sua Erice cervelloni e illustri biografie scientifiche – gocce dissetanti nell’arsura siciliana – per affrontare temi specialissimi, in occasione della quarantottesima sessione dei Seminari internazionali sulle emergenze planetarie. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha mancato di far giungere il suo saluto: “Sono consapevole dell’importanza degli studi e delle riflessioni scientifiche e di quanto sia necessario che le istituzioni nazionali e internazionali vi prestino ascolto”.

“La scienza è una cosa meravigliosa – Il timbro del professore dall’altro capo della cornetta si accende di giovanile entusiasmo -. Tutti dovrebbero tornare bambini per comprenderla a fondo. Perché i bambini sono aperti di mente. Pongono le domande corrette. Hanno la giusta curiosità. Non come i politici che perdono tempo a litigare…”.

E lei, professore Zichichi, ha conosciuto per un attimo la politica, come particella aggregata al governo Crocetta.

“Lascerei perdere, parliamo appunto di cose serie”.

D’accordo.

“Noi affrontiamo settantadue questioni mondiale urgenti, con l’ausilio dei migliori esperti in circolazione. Se uno è scienziato, allora si trova qui, con noi, a Erice”.

Qual è il presupposto del vostro incontro?

“Che la scienza, per essere tale, deve risultare credibile e puntare a risolvere i problemi veri delle persone, con soluzioni a cui nessuno aveva mai pensato. Il resto confonde. Prendiamo la storia del clima, per esempio”.

Un’urgenza, così come viene raccontata….

“Un pasticcio, un caos. Riscaldamento globale, allarmi, tutti che pensano di conoscere tutto. Sa da cosa dipende?”

Veramente no.

“Glielo dico io. L’opinione pubblica crede che, sul clima, la scienza abbia le idee chiare. Non è così. La climatologia si fonda su una struttura matematica che non offre verifiche e certezze, solo modelli: non esiste l’equazione del clima. Ciò vuol dire che ci sono molte variabili. Basterebbe il classico battito d’ali di farfalla per cambiare una previsione. Eppure…”.

Eppure?

“Si demonizza l’effetto serra che ci regala i gradi necessari alla sopravvivenza. Si condanna l’anidride carbonica, parimenti fondamentale. In termini semplici, voglio dire che si danno per esatte cose che non lo sono: le famose approssimazioni di cui parlavo. Noi siamo qui per riaffermare un principio sacrosanto: la scienza è credibile, oppure non è scienza”.

Un suo cruccio.

“Sì, perché altrimenti mancano le analisi e mancano le soluzioni. Bisognerebbe mettersi in condizione di comprendere, per risolvere davvero i problemi. Ecco, come i bambini”.

I bambini?

“Hanno la mente aperta. Sono liberi. Sono curiosi e privi di pregiudizi. Non scontano gabbie mentali e cercano le soluzioni, come fanno gli scienziati, lasciandosi campo per lo stupore del resto”.

Come può un uomo di scienza stupirsi di qualcosa?

“Ma lo stupore è la base di tutto, caro amico! E conduce all’umiltà della ricerca. L’ho scritto pure in un libro: (‘Perché io credo in colui che ha fatto il mondo’, ndr) ‘  ‘Nata con un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tradito il Suo Padre. Essa ha scoperto – nell’Immanente – nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte, il Trascendente’”.

Non pare che sia questo lo spirito del tempo, professore. Né della ricerca, né della meraviglia.

“Colpa sempre dell’approssimazione e anche della politica”.

 In che senso?

“Perché i politici perdono tempo a litigare, quando dovrebbero meglio realizzare e costruire. Si sprecano energie che andrebbero utilizzate e non si capisce che il mondo sta cambiando, pure per chi governa. Tra non molto la tecnologia annullerà la rappresentanza. Ci basterà un clic per decidere direttamente”.

Allora le devo proprio chiedere di Crocetta e della sua esperienza da assessore: dovere professionale.

“Ma no, cosa vuole che le dica…”.

Dica, professore, dica.

“Dico solo che avevo i miei progetti e che tutti sembravano entusiasti, salvo poi abbandonarli. Credevo in Crocetta. Mi convinse: ‘noi vogliamo cambiare’”.

Pure lei? E invece?

“E’ andata come sappiamo. Però non sono stato cacciato, me ne sono andato: ci tengo, almeno, a precisarlo”.

Dunque, la scienza e le emergenze mondiali…

“Non dobbiamo avere segreti. Dobbiamo impegnarci, a testa alta, credibili e riconoscibili, per migliorare la vita. E’ la nostra missione. Il Presidente Mattarella ha mostrato di comprenderlo appieno con quel messaggio bellissimo. Lo comprenderanno tutti, prima o poi. E tutti capiranno che gli scienziati sono essenziali. Pensi, in Sicilia abbiamo avuto il grandissimo Archimede. E non lo conosce quasi nessuno. Io spero…”.

Spera?

“Sì, ho la mia speranza che è il motore della mia ricerca. Lavoriamo per regalare all’umanità pace e sicurezza. Lo dissi pure a Reagan e Gorbaciov”.

E loro come la pensavano?

“Erano d’accordo con me”.


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