"Ho avuto un raptus e l'ho colpita con un grosso coltello"

“Ho avuto un raptus e l’ho colpita con un grosso coltello”

La ferocia di un uomo che ha ucciso la giovane moglie e la gelosia come folle e inaccettabile movente

“Siamo sposati dal 2006. Litigavo con mia moglie da circa quattro mesi”: inizia così il macabro racconto di Salvatore Baglione, reo confesso dell’omicidio della moglie Piera Napoli, davanti al pubblico ministero.

L’omicidio è avvenuto ieri mattina in una casa in via Vanvitelli nel rione Cruillas. L’uomo si è presentato in caserma poco dopo mezzogiorno e ha confessato ricostruendo le fasi del delitto. La moglie è stata uccisa in bagno. Ha tirato in ballo la gelosia, come se la gelosia servisse a giustificare la ferocia con cui ha spezzato la vita della sua giovane moglie.

“Due settimane fa c’è stato anche un intervento della polizia in quanto mia moglie non mi voleva far entrare in casa in quella circostanza me ne sono andato di casa dormendo tre giorni in macchina – ha spiegato -. Tuttavia dopo qualche giorno sono rientrato a casa ma le discussioni continuavano sempre poiché mia moglie mi tradiva”.

La relazione era naufragata da tempo, ma Baglione non si rassegnava. Sabato sera, così ha raccontato l’uomo, Piera si era scambiata dei messaggi con un uomo. Non si è nascosta davanti al marito. Aveva deciso di mettere fine al matrimonio con Baglione e non ne ha fatto mistero: “Questa mattina mentre ci trovavamo entrambi in cucina abbiamo avuto l’ennesima discussione in quanto io le avevo chiesto di di ritornare da me al fine di ricomporre la famiglia. Lei mi ha detto di non volermi”.

Ormai amava un’altra persona, così gli avrebbe detto: “A questo punto, sentitomi dire quelle parole, in preda ad un raptus ho preso un grosso coltello, che avevo preso al lavoro tempo fa, ed è custodito in un pensile della cucina, e ho accoltellato mia moglie in diverse parti del corpo mentre era seduta sul water. Dopo che l’ha uccisa l’ho coperta perché non volevo che i miei figli la vedessero”.

In casa c’era solo uno dei tre figli della coppia, che stava dormendo. Baglione lo ha svegliato per accompagnarlo dai nonni e si dice sicuro che non abbia visto nulla anche perché aveva chiuso a chiave la porta del bagno.

La confessione prosegue: “Non ho chiamato il 118 subito dopo l’accoltellamento perché non capivo più niente e avevo la testa solo a portare via i miei figli e non fargli vedere più niente. Appena finito di accoltellarla ho visto che lei non si muoveva ed era per terra, quindi sono uscito dal bagno passando dalla cucina e sono uscito nel locale lavanderia. Mi sono sciacquato le mani e mi sono tolto un maglione grigio che avevo addosso poiché era sporco di sangue e l’ho lasciato nella lavanderia”.

Da domenica pomeriggio Baglione è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Perché la gelosia altro non è che un futile motivo, un tentativo di giustificare l’ingiustificabile, l’orrore di una giovane vita spezzata e di tre figli che cresceranno senza l’amore della madre.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI