"I contratti furono un errore"| Mimmo Russo: "E a gennaio?" - Live Sicilia

“I contratti furono un errore”| Mimmo Russo: “E a gennaio?”

E' ancora scontro sugli ex Pip della Social Trinacria. L'assessore Bonafede rassicura sugli 833 euro, ma attacca: "I contratti a tempo indeterminato un errore non nostro".Mimmo Russo: "Cosa accadrà a gennaio?".

EX PIP, parla L'ASSESSORE BONAFEDE
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PALERMO – “Confermiamo che ai lavoratori della Social trinacria andranno 833 euro nette più gli assegni familiari, basta dividere per il numero dei dipendenti e dei mesi i 24 milioni stanziati. Il riferimento al 2009? Era l’unico riferimento normativo inseribile”. Così l’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, prova a tranquillizzare i quasi 3mila ex Pip che, in seguito all’approvazione della Finanziaria, dopo le iniziali scene di festa, sono tornati a manifestare in piazza.

Manifestazioni nate dal fatto che, proprio l’emendamento della Finanziaria, fa riferimento al sussidio economico del 2009 pari a 620 euro. “Ma le somme sono solo per questi lavoratori, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi”, dice Giovanni Tarantino del Comitato dei lavoratori, che aggiunge: “Il governo ha fatto quanto aveva annunciato, siamo soddisfatti e contiamo sulle rassicurazioni del presidente Crocetta sul fatto che il primo gennaio saremo al lavoro”.

Ma le acque, tra gli ex Pip, rimangono agitate soprattutto per il prospettato licenziamento di massa. “E’ bene fare chiarezza – spiega l’assessore Bonafede – quando si è deciso, durante il governo Lombardo, di normare con l’articolo 52 un processo che avrebbe dovuto condurre all’inserimento lavorativo dei soggetti del bacino Emergenza Palermo, si pensò che in tre anni tutto si sarebbe naturalmente risolto. La Social Trinacria doveva servire come strumento per gestire le attività, tant’è che i contratti sono stati stipulati fra i lavoratori e l’associazione. Si trattava però di contratti a tempo indeterminato, e di questa scelta non può farsene carico questo governo: è stato un errore trasformare il sostegno al reddito in contratti a tempo indeterminato, una scelta che ha generato aspettative difficilmente realizzabili, la legge nazionale ci impedisce l’assunzione di questi lavoratori. Si doveva optare per una convenzione con l’Inps”. Da qui, per l’appunto, la scelta del licenziamento: “Ma devono essere disoccupati per ottenere il sostegno al reddito – continua l’assessore – lo scorso 31 dicembre si è esaurito il triennio che abbiamo prolungato fino ad aprile, non era giustificata un’ulteriore prosecuzione”.

Adesso, però, il problema si porrà a fine anno quando scadrà il sostegno al reddito e il bacino dovrebbe tornare di competenza del comune di Palermo. “Al Comune si chiederà di utilizzare questi lavoratori – aggiunge l’assessore – che non sono mai transitati alla Regione. Cosa accadrà dal primo gennaio lo vedremo con la prossima Finanziaria. La questione è semplicemente rimandata avanti nel tempo, ma stiamo studiando tante soluzioni e non lasceremo indietro nessuno. Perché siamo ricorsi all’Inps? Perché ci serviva uno strumento normativo che legittimasse la continuazione nel sostegno al reddito, la norma dà serenità a queste famiglie”.

Tesi che, però, non convincono Mimmo Russo, consigliere comunale di Palermo e storico capopolo degli ex Pip: “La verità è che stanno portando la Regione al disastro, visto che i lavoratori sono pronti con ricorsi e vertenze che sono già in mano agli avvocati – dice Russo – l’assessore mente sapendo di mentire. L’articolo 52 era rinnovabile e prevedeva la creazione dell’impresa e quindi i contratti a tempo indeterminato. Crocetta, in conferenza stampa, si chiedeva dove fossero tutti i documenti sulla Social Trinacria: ebbene sono saltati fuori, come dimostra la nota del dipartimento alla Famiglia”.

Il riferimento è alla relazione di Antonio Arrigo, dirigente del servizio 7, che ripercorre la storia della Social Trinacria. Una nota in cui si spiega che l’avviso pubblico emanato nell’agosto del 2010 prevedeva la contrattualizzazione dei lavoratori, che faceva parte del percorso adottato dal dipartimento che ha previsto anche l’erogazione degli emolumenti direttamente ai soci lavoratori. E, per prevenire qualunque rischio, l’assessorato aveva chiesto anche un parere all’Ufficio legale della Regione che, il 26 ottobre del 2010, metteva nero su bianco come la costituzione dell’associazione fosse di oggettività utilità e che questa non poteva ricevere direttamente “gli ingenti flussi finanziari”, la cui gestione doveva restare in capo al dipartimento, e che i soldi quindi dovevano andare direttamente ai lavoratori. Il tutto basato su una delibera di giunta del 4 agosto 2010 e dalla relativa convenzione, firmata il 29 settembre successivo e del valore di 7,5 milioni, con Sviluppo Italia Sicilia spa, società totalmente partecipata dalla Regione. La cosa incredibile, però, è che proprio la società a cui viene affidato il compito di tenere i conti del bacino di lavoratori ammetta di non avere il personale contabile idoneo: e così, scrive il dipartimento, si è costretti a rivolgersi a studi privati, prima dell’emanazione di un avviso pubblico nell’aprile del 2012.

“Tutto questo dimostra che le carte ci sono sempre state – attacca Russo – e che non è stato fatto nulla di illegittimo. Il parere legale parla chiaramente delle responsabilità del dipartimento alla Famiglia, hanno eliminato l’articolo perché li costringeva a tenere i lavoratori. Il progetto era rinnovabile, ma soprattutto mi chiedo perché l’ex governatore Raffaele Lombardo non dica nulla e stia in silenzio: aveva fatto un’ottima cosa per questi lavoratori, dando loro dignità e sicurezza e perfino con l’avallo del commissario dello Stato, e oggi resta zitto di fronte a chi lo accusa di incapacità. L’articolo prevedeva cinque mesi di sostegno al reddito e la successiva contrattualizzazione dei lavoratori. Siamo di fronte a un danno erariale, visto che stiamo dando 24 milioni all’Inps che avrebbe dovuto comunque sostenere dei lavoratori licenziati, pur di tagliare il cordone ombelicale con mamma Regione. Ma noi andremo avanti contro questa macelleria sociale. Non ci interessa se saranno 620 o 833 euro: l’importante sarà capire il 2 gennaio cosa accadrà, visto che il governo non ha iniziato trattative col comune di Palermo che non vuole farsi carico di questo personale”.

 


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