"Il cadavere mutilato | è quello di mio fratello" - Live Sicilia

“Il cadavere mutilato | è quello di mio fratello”

L'omicidio di Caltagirone.

La svolta nelle indagini
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CALTAGIRONE. “Este fratele meu si nu mai stiu nimic de el de joi dimineata.lucra la o ferma. n provincia Catania. cine. l cunoaste sau la vazut in perioada asta va rog sa. mi spuneti.va multumesc”.
In lingua romena la sorella del 51enne Costel Ciobanu aveva lanciato l’allarme su un gruppo di connazionali dopo che, del fratello che lavorava nella provincia di Catania, come allevatore in nero presso un azienda agricola, non aveva avuto più alcuna traccia.
Un rapporto molto stretto con i familiari tant’è che lo stesso era solito chiamare la sorella almeno 4 volte al giorno per sincerarsi su come stesse e aggiornarla sul suo stato di salute e sul lavoro.

Dopo non aver avuto notizie sul fratello è stata la stessa donna a lanciare l’allarme e a chiamare i colleghi del fratello al telefono i quali secondo indiscrezioni avrebbero detto che misteriosamente la notte della scomparsa, il fratello precisamente verso le 3 avrebbe fatto le valigie per andar via.
Una tesi alla quale la sorella non ha creduto e che purtroppo non corrispondeva al vero tanto che appresa la notizia sui giornali siciliani, la donna, con l’aiuto di un giornalista casertano la cui compagna parla rumeno, hanno contattato i carabinieri di Caltagirone per segnalare questa coincidenza.
Ad avvalorare la tesi che l’uomo di cui era stata denunciata la scomparsa fosse l’uomo ritrovato morto e mutilato a Caltagirone sarebbe un particolare nelle mani degli inquirenti che sino a quel momento era risultato inutilizzabile: un nome di battesimo scritto all’interno del giubbotto. Il nome: Petron corrisponde ad un altro fratello che vive e risiede in Romania e che aveva spedito per posta proprio quel giubbotto al fratello che lavorava nel territorio catanese.

Questa circostanza non può che avvalorare, nonostante si attenda adesso la risultante dell’esame del DNA l’effettivo riconoscimento del cadavere in Costel Ciobanu.
Sebbene gli inquirenti non intendano rilasciare alcuna dichiarazione in merito alle indagini che, dopo la probabile identificazione si sono fatte più spedite, già nella serata di ieri sembrerebbero aver raggiunto il probabile posto di lavoro dell’uomo per approfondire le circostanze della sua scomparsa.

Potrebbero aprirsi nuovi filoni di indagine, dall’omicidio maturato a seguito di beghe fra connazionali che parrebbe ora pista privilegiata ad un regolamento di conti di cui il Costel potrebbe solo essere una vittima utilizzata per dare un segnale.
Anche il fango ritrovato sotto le scarpe potrebbe ora dare una risposta agli inquirenti e smontare l’ipotesi di un allontanamento volontario, se come si presume in queste ore, il tipo di terra che appariva già non essere compatibile con quella della pineta in cui è stato ritrovato il corpo, dovesse corrispondere a quella dove l’uomo lavorava, questo sarebbe un altro indizio utile per restringere il campo dell’indagine al luogo di lavoro ossia la fattoria dove l’uomo faceva il pastore.

Sarebbe dunque destituita di ogni fondamento l’ipotesi che lo stesso lavorasse a Sigonella poiché pare che sia frutto di un’errata traduzione fornita dalla sorella circa la città dove Costel lavorava.


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