Il caso ritardi negli esami istologici, la difesa dei medici trapanesi

Il caso ritardi negli esami istologici, la difesa dei medici trapanesi

Le audizioni degli ispettori

TRAPANI – L’ascolto dei vertici dell’Asp di Trapani, dei primari degli ospedali ma anche della responsabile facente funzioni dell’Anatomia patologica dell’ospedale di Trapani. Si è mossa su queste due direttrici l’ispezione da parte degli inviati del ministero della Salute dopo lo scoppio del caso dei ritardi negli esami istologici nel Trapanese.

Gli ispettori del ministero a Trapani

I quattro ispettori hanno lasciato il Sant’Antonio Abate di Trapani nella tarda mattinata di mercoledì 19 marzo per fare rientro a Roma, dopo due giorni di audizioni sulle quali hanno vigilato anche i carabinieri del Nas. L’obiettivo è quello di capire se ci siano state inadempienze o responsabilità nei ritardi dei referti.

La seconda giornata di audizioni

Dopo i vertici dell’Asp, sono stati ascoltati anche diversi primari degli ospedali di Castelvetrano e Mazara del Vallo: i responsabili di Urologia, Ginecologia, Dermatologia e Chirurgia generale. Si tratta di quelle branche della medicina che più hanno a che fare con campioni istologici che poi vengono inviati per l’esame e la scoperta di eventuali tumori.

Parla la responsabile di Anatomia patologica

Tra le audizioni anche quella della responsabile facente funzioni del reparto di Anatomia patologica e citodiagnostica dell’ospedale di Trapani, Laura Miceli, che ha difeso fermamente il proprio operato e quello dei colleghi.

La difesa dei medici di Trapani

Davanti alle domande degli ispettori ministeriali, Miceli, che guida la struttura soltanto da gennaio, ha evidenziato come, a suo avviso, i ritmi del laboratorio di Trapani non fossero bassi come sottolineato invece dalla relazione degli ispettori inviati dalla Regione. La responsabile di Anatomia patologica ha evidenziato l’abnegazione dei colleghi in quadro, comunque, reso difficile dalle carenze d’organico. Il numero di campioni esaminati e refertati, secondo Miceli, non sarebbe stato per nulla basso.

Test papilloma e istologici

Miceli ha fatto luce anche sulla vicenda dei test HPV-DNA, contro il papillomavirus. L’Asp di Trapani, individuata come Centro di esecuzione e lettura dei test, aveva sottoscritto nel 2020 degli accordi con le Aziende sanitarie di Agrigento e Caltanissetta. Intese che erano state rinnovate da Croce sulla base del fatto che questo tipo di esami non avrebbe avuto alcuna incidenza sui tempi degli istologici.

I test HPV-DNA, infatti, come ricordato da Miceli e come già scritto da LiveSicilia, sono screening di primo livello e prevedono l’impiego di un biologo e non di un anatomopatologo, figura quest’ultima di cui l’Asp di Trapani era carente. Personale diverso, quindi, ma anche le attrezzature utilizzate per i due test non coincidono. Per questo motivo le convenzioni sui test del papilloma virus non avrebbero mai potuto aggravare i ritardi degli istologici.


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