Il clan Brunetto e le estorsioni |Tutte le intercettazioni - Live Sicilia

Il clan Brunetto e le estorsioni |Tutte le intercettazioni

I particolari che emergono dal secondo troncone dell'inchiesta della magistratura.

Operazione Good Easter
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3 min di lettura

MESSINA. E’ arrivato a minacciare persino ritorsioni contro il figlio del titolare dell’agenzia di assicurazioni che aveva osato opporsi alle proprie richieste. Sono questi i particolari che emergono dall’ordinanza del secondo troncone dell’inchiesta Good Easter, conclusasi con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, nei confronti dei due esponenti del clan Brunetto, il 38enne Francesco Antonio Faranda ed il 44enne Emanuele Salvatore Bianco, entrambi di Fiumefreddo di Sicilia. Quando la vittima dice no alla richiesta di stipula di un contratto assicurativo per un autoveicolo munito di targa di prova non inserita nella banca dati, iniziano le minacce. Subito l’assicuratore decide di chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Le telefonate di Faranda intanto diventano sempre più insistenti.

C: Francesco?

Faranda: Ascolta devi venire qui

C: Io non vengo da nessuna parte, te l’ho pure spiegato (accavallamento di voci)

Faranda: ora ti dico chi ti rompe i coglioni a te…grande figlio di suca minchia che sei!

Se non vieni tu, prendo tuo figlio, non ti preoccupare! La stessa cosa è

C: Che fai?

Faranda: Tranquillo!

C: Prendi mio figlio?

Faranda: Tuo figlio! Tuo figlio!…

C: Vai a prendere mio figlio e mi sequestri mio figlio? Francesco!…

Faranda: Si a tuo figlio! Che dici queste parole per telefono, merda che sei!

C: Tu l’hai detto!

Faranda: A tuo figlio quello, di ventidue anni, adesso come lo vedo, dopo te lo dico io       a te.

C: Gli dai botte a mio figlio? Bravo, sei spacchioso davvero!

Faranda: Sei un figlio di suca minchia!

C: Sei spacchioso, Francesco! Io con te non voglio avere niente a che fare, fattele

dove vuoi le polizze!

Faranda: Ascolta, ascolta.

C: Ti sto ascoltando!

Faranda: Ora te lo dico io: se ti rompo i coglioni, te la metto in culo a te, e a quelli che prendono buono per te hai capito?

C: Per me, nessuno prende buono per me

Faranda: Hai capito, cesso che sei?

C: Ciao Francesco

 

Vista la ferma opposizione dell’assicuratore, Emanuele Blanco aveva raggiunto, in un’occasione, l’agenzia di Francavilla di Sicilia (ME) riferendo che Faranda voleva che lo raggiungesse a Fiumefreddo di Sicilia. Ma ancora una volta la vittima si era rifiutata. Sempre più accesi i toni registrati nel corso di un’altra conversazione telefonica.

 

C: Io da te, non ci vengo mai, non voglio avere niente a che fare con te, punto e basta!

Faranda: Cornuto…va bene!

C: Devo avere per forza a che fare con te? Francesco, per forza deve essere? E’ scritto da qualche parte? Se io in un negozio non voglio entrare, perché ci devo entrare?

Faranda: Allora, tu non mi devi prendere per il culo!

C: Io ti sto dicendo, l’assicurazione, quella, non si può fare punto primo, e secondariamente…basta, non mi interessa più, oggi hai sbagliato a parlare, mi hai detto bestia, non mi interessa più avere a che fare con te, punto e basta, è finita qua per me…

 

Per il gip condotte spregiudicate e reiterate in un arco temporale molto ravvicinato che avevano l’obiettivo di “ottenere un assoluto controllo del territorio”.

 

 


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