Il giallo del bimbo “scomparso”| Spunta una testimone

Il giallo del bimbo “scomparso”| Spunta una testimone

Una testimone avrebbe assistito alle fasi successive del parto finito nel mirino degli inquirenti, ma potrebbe sbagliarsi. Ecco perché.

le dichiarazioni
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CALTAGIRONE (CT) – Una testimone avrebbe visto “due bambini di colore che stavano bene” dopo il parto. Ci sono il suo nome e cognome e anche il numero di telefono nel racconto della venticinquenne nigeriana che ha denunciato alla magistratura la presunta “scomparsa” di uno dei due neonati che sarebbero venuti alla luce lo scorso 9 dicembre nell’ospedale Gravina di Caltagirone. Una ricostruzione respinta con decisione dai vertici dell’Asp e dalla direzione sanitaria dell’ospedale (LINK), che hanno sottolineato come l’ecografia effettuata prima del parto individuasse soltanto un feto, poi venuto alla luce.

La giovane madre non si dà pace e adesso vuole sapere la verità, per questo il Cara di Mineo, centro di accoglienza che la ospita, ha fornito assistenza psicologica e legale, affidando le indagini difensive al penalista catanese Tommaso Tamburino. “A noi interessa comprendere cosa sia realmente accaduto – spiega Tamburino a Livesicilia – per questo, nella ricostruzione dei fatti, siamo partiti dall’acquisizione della cartella clinica dell’ospedale Santo Bambino del 6 dicembre, che contiene due tracciati, di due diversi feti, dei quali è indicata anche la posizione”. Agli atti del procedimento vi sarebbe inoltre una perizia e una relazione che conferma quanto riportato in cartella clinica e cioè che “i feti erano due”.

IL RACCONTO DELLA MADRE – Il 9 dicembre parte dal Cara di Mineo l’ambulanza che conduce la giovane nigeriana nell’ospedale Gravina di Caltagirone. La donna sostiene di essere stata accompagnata da una connazionale, D.A., conosciuta in Libia, “un’amica” e indica anche il suo numero di telefono.

“HO VISTO DUE GEMELLI” – Nel primo pomeriggio del 9 dicembre, D.A. sarebbe andata a trovare la venticinquenne nigeriana dopo il parto. Quest’ultima avrebbe chiesto in che condizioni fossero i suoi piccoli e l’amica avrebbe risposto sostenendo di aver visto uscire dalla sala parto due bambini “di colore” che stavano bene. A quel punto, la donna si sarebbe tranquillizzata.

LA VERIFICA – Abbiamo chiesto ai vertici dell’Asp come sia possibile che una testimone sostenga di aver visto due bambini di colore. Hanno risposto che in questo momento la direzione sanitaria sta ricostruendo tutti i parti avvenuti quel giorno e che, probabilmente, l’amica della nigeriana potrebbe aver visto uscire, dalla sala parto, due neonati figli di un’altra migrante, o anche di un’italiana, nel caso in cui fossero stati cianotici. Seguendo questa ipotesi dei vertici dell’ospedale, la testimonianza dell’amica potrebbe essere veritiera, ma frutto di un malinteso. Su questo punto, però, si concentrerà anche la difesa della giovane nigeriana che potrebbe ricorrere all’esame del Dna dei neonati del 9 dicembre, per fugare ogni dubbio ed evitare che possa esserci l’ombra di un errore umano e, quindi, uno scambio di persona.

IL GIALLO – In questo momento ci sono due ecografie, effettuate sulla stessa donna, che attestano due cose diverse: la presenza di due feti e di uno solo, con relativi tracciati cardiaci e posizioni. C’è una testimonianza, che a questo punto assume rilevanza, ma che potrebbe essere smentita e ci sono i vertici dell’ospedale Gravina di Caltagirone, che guidano una struttura da sempre fiore all’occhiello della sanità, con un’equipe impegnata notte e giorno anche e soprattutto da quando è sorto il Cara di Mineo. Gli inquirenti stanno facendo le dovute verifiche, per questo, bisognerebbe evitare di giungere a conclusioni affrettate.

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