Il panificio vicino a via Libertà| Così arrivò il via libera dei boss - Live Sicilia

Il panificio vicino a via Libertà| Così arrivò il via libera dei boss

Commenti

    Per come la vedo io il fatto che sia andato a cercare un altro e non suo suocero è una testimonianza eclatante di come Francesco Inzerillo stia pagando solo il peso del cognome che porta.

    “Il panificio vicino a via Libertà Così arrivò il via libera dei boss”

    …affari …mafia palermo, mafia borgo vecchio, mafia…

    La trattativa lo scorso febbraio avrebbe coinvolto gli uomini di Borgo Vecchio …

    Capito? Negli ultimissimi anni si é consolidata la mafia al BORGO VECCHIO!!!

    E non se n’era mai accorto nessuno??????

    Fuochi d’artificio, concerti neomelodici (?) attivitá commerciali in ogni buco possibile, via Libertá consegnata ai posteggiatori abusivi e alle bancarelle abusive, sempre gli stessi e tutti abitanti del quartiere Borgo Vecchio…

    Palermo ormai è diventata a livello del Bronx

    Cioè, l’articolo denuncia che il quartiere Libertà, come tutti i quartieri di Palermo, chiamiamoli col loro nome appropriato Mandamenti, sono possesso, dominio e governo esclusivo della mafia e dei suoi “uomini”, spregevoli codardi, meschini vigliacchi e infimi usurpatori che usano come strumento il sopruso e la prepotenza, oltre che la violenza, il furto, il traffico illecito e l’omicidio, mascherandosi e cercando copertura come fa, diciamolo chiaramente, il ladro per non farsi acciuffare. E dire che le Istituzioni e i loro Uomini riferiscono e fanno credere che la mafia a Palermo non ha più il dominio sul territorio come 20-30 anni fa e che il mondo degli affari (tutte le varie attività economiche legate al commercio e ai servizi), non è più pozzo da cui questi sanguisughe attingono linfa e risorse.

    Città senza speranza.

    Sono prossima alla pensione, ho tutto pronto per andare via.
    Non in Europa, altro continente. Qui ormai è sfacelo. Non intendo invecchiare in questa terra di mafia e di parassiti. Troppa gentaglia che non sa indignarsi e che accetta di convivere con questo degrado sociale. Via.

    Invece bisogna combattere per un futuro migliore senza la Mafia a Palermo altrimenti sarebbe una sconfitta per le persone perbene e una vittoria per i mafiosi

    ma che meraviglia………….!!!!! ancora due o tre anni e la malavita sarà definitivamente sconfitta e la giustizia regnerà sovrana……………
    poi mia moglie mi ha svegliato …….

    Gli italiani, così morbosamente attaccati alla democrazia tanto da accettare perfino questa specie di governo che abbiamo, dovrebbero invece implorare a gran voce le Forze Armate a prendere il potere per poi attuare un processo di riorganizzazione nazionale senza il quale non ne usciremo mai.

    osservo,
    il borgo vecchio è un quartiere pieno di gente perbene, onesti lavoratori che faticano al mercato dalla mattina alla sera, gente che aiuta i bambini per il doposcuola, ragazzi dei centri sociali che lottano per il riscatto del quartiere, parrocchiani che fanno beneficenza, comitati per il riscatto del borgo, giovani studenti impegnati nel sociale.
    Ci sono anche i mafiosi, ma sono una minoranza. Peraltro i mafiosi ci sono anche nei salotti di Palermo, nei salotti di Milano e di Roma, nei cda di molte imprese, nei palazzi della politica.
    C’è molta più mafia e mafiosità e corruzione nella Palermo bene che al Borgo Vecchio

    @Palermo è bella
    “C’è molta più mafia e mafiosità e corruzione nella Palermo bene che al Borgo Vecchio”

    Visto che lei parla di argomento che, evidentemente, le è noto, vada in Procura o alla Squadra Mobile o una Stazione dei Carabinieri e presenti una denuncia circostanziata con fatti e nomi.

    La Palermo “bene” è quella che paga le tasse, rispetta le regole di convivenza civile, non delinque e NON APPARTIENE ALLA FAMIGLIA MAFIOSA DEL BORGO VECCHIO, la cui esistenza è conclamata dalle indagini delle Forze dell’Ordine, dai PM e dal Giudice, tutte persone che appartengono alla sua disprezzata “Palermo bene”.

    Al Borgo Vecchio solo Tantillo sta “collaborando”, da ex mafioso, tutto il tessuto sociale, residenti e lavoratori del quartiere, di cui parli, non denuncia, non protesta, non si indigna. Accetta la legge del mafioso che comanda in questo mandamento. E non si indigna: l’indignazione deve essere concreta, testimoniata e manifesta. Dove la vede questa indignazione?

    @Palermo é bella
    LEGGA, RIFLETTA E CI RISPARMI LE SUE SPARATE
    “Rubano uno scooter in un garage condominiale nella zona di piazza Castelnuovo e vengono arrestati. A finire in manette – dopo lunghe indagini della polizia – sono stati tre giovani malviventi. Si tratta di due 19enni e di un ventenne: i primi due del Borgo Vecchio e il terzo di San Lorenzo.”

    osservo,
    non frequento ambienti mafiosi, la mafia mi fa schifo, non conosco mafiosi, ma solo gente perbene. quello che ho scritto lo scrivono giornalisti scomodi e lo dicono impegnati esponenti della vera antimafia sociale.
    “la palermo bene” è quella a cui davano fastidio le sirene delle auto di Falcone, è quella che se ne andava dal cinema se c’era Falcone, è quella che considera “pazzi” i figli e i fratelli di Borsellino solo perchè legittimamente chiedono verità e giustizia sul loro congiunto, sulla strage di via d’amelio, sul depistaggio e sulla scomparsa dell’agenda rossa; la “palermo bene” è quella dei salotti che chiacchieravano Falcone e lo accusavano di essersi organizzato il fallito attentato dell’addaura; la “palermo bene” sono quelle “menti raffinatissime” che proprio Falcone individuò quali mandanti dell’attentanto; la “palermo bene” è quella contro cui si scagliava Peppino Impastato da Radio Aut, Rocco Chinnici nei suoi diari, Pio La Torre e Cesare Terranova nella loro relazione di minoranza dell’Antimafia. La “palermo bene” è quella borghesia mafiosa di cui parlava Corradino Mineo negli anni settanta e poi Umberto Santino. La “Palermo bene” è quella che si fa favori reciproci. La “Palermo bene” è quella che tira cocaina e organizza festini di compleanno a base di coca di cui parlano le cronache in questi giorni. La “Palermo bene” è quella dei colletti bianchi, dei corrotti e dei collusi. Tutti altolocati, privilegiati e talvolta impuniti nella loro sfrontatezza. Mille volte meglio la genuinità del mercato del borgo, la processione di sant’anna, i ragazzi dei centri sociali e i lavoratori umili dei quartieri. ps: molti magistrati, poliziotti, carabinieri, finanzieri vengono dalle borgate, dai quartieri, non sono certo della “palermo bene”. Falcone e Borsellino erano della Magione, nel quartiere Kalsa.

    Inchieste alla mano proprio i magistrati palermitani parlarono di una mafia forte nella Palermo bene”. Ad esempio l’allora procuratore aggiunto Antonio Ingroia scrisse proprio su Live Sicilia ed S del luglio del 2011 un articolo dal titolo “Mafia nella Palermo bene”: “Quando diciamo da anni che dalle nostre indagini ed analisi emerge il nuovo volto della mafia, che è soprattutto mafia finanziaria, mafia degli affari, quando diciamo che la mafia oggi è più civile, quando diciamo che la mafia è tornata nei salotti palermitani, intendiamo dire proprio questo. Intendiamo dire che, chiusa la parentesi buia della stagione di sangue dei corleonesi, chiusa la stagione della politica a colpi di bombe, omicidi eccellenti e stragi, chiusa la stagione del protagonismo politico-criminale della mafia, se ne è inaugurata una nuova, in cui gli affari sono il nuovo credo mafioso, sull’altare dei quali può essere sacrificato tutto. Se la mafia oggi è più civile e meno sanguinaria, se si infiltra più facilmente nella Palermo bene e torna ad essere ammessa nei salotti dell’economia, della finanza e della politica non è un caso. È in corso da un pezzo un processo di evoluzione (o, meglio dovremmo dire, di involuzione) del sistema mafioso dove la cosiddetta “borghesia mafiosa” prende sempre più il sopravvento, entrando a far parte della struttura criminale ed assumendo anche ruoli di vertice nella sua scala gerarchica interna. Un processo di compenetrazione di interessi. Mentre prima quella stessa borghesia mafiosa operava in modo collaterale e contiguo, oggi è sempre più compenetrata, intranea…”

    Ma che dice?e lei lo sa(io lo so per certo perchè mesi fa c’ero entrato su Facebook alla loro pagina ufficiale)che il centro sociale anomalia,ossia quello di Borgo Vecchio in un post di Facebook scrisse riferendosi ai parenti dei detenuti una cosa del tipo “ci auguriamo che possiate ricongiungervi con i vostri parenti detenuti,amnistia libertà per tutti” ecco questi sono i Comunisti

    Lo sa qual è il suo difetto?Che fa di tutta un erba un fascio,i miei genitori pure fanno parte della Palermo bene e non sono in affari con mafiosi e non sniffano cocaina,e per pagare il mutuo gli sono rimasti quattro soldi

    Miiiiiii se lo ha detto Ingroia, quello che ormai frequenta solo i salotti bene, è tutto un programma!!!!!!!!

    simpatizzante palermitano di casa pound,
    il centro sociale anomalia non ha nulla in comune con la mafia, partecipa ai cortei per Peppino Impastato e denuncia gli interessi della mafia dietro le grandi opere.
    L’amnistia è una battaglia storica di persone perbene che non hanno nulla in comune con la mafia: dal sociologo Luigi Manconi al partito radicale (nel quale militavano vittime della mafia come Libero grassi e intellettuali che denunciavano i rapporti tra mafia e politica come Leonardo Sciascia).

    In quale continente, se non chiedo troppo? Anche io me ne andrei…!

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