Il processo nato dal caso Ciancimino - Live Sicilia

Il processo nato dal caso Ciancimino

Il Gup di Catania, Alba Sammartino, ha aggiornato a dopodomani, con la lettura della sentenza, l’udienza sulla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura etnea dell’inchiesta su 26 indagati, fra imprenditori, avvocati, investigatori, giornalisti e magistrati palermitani, indagati, a vario titolo, per corruzione a pubblico ufficiale, falso giuramento, intestazione fittizia di beni e concorso esterno in associazione mafiosa. L’udienza è stata celebrata stamattina dopo la presentazione di opposizione alla richiesta di archiviazione da parte di denunciati. L’inchiesta era collegata al processo per riciclaggio che si é concluso in primo grado a Palermo e nel quale erano imputati, fra gli altri, Massimo Ciancimino e l’avvocato tributarista palermitano Gianni Lapis, entrambi condannati. Nell’ambito di questo procedimento palermitano, l’avvocatessa Giovanna Livreri aveva presentato una denuncia contro i magistrati di Palermo, che per competenza era trattata da Caltanissetta, ma che, dopo l’arrivo ai vertici della Procura nissena di Sergio Lari, che è tra gli indagati per rivelazione del segreto istruttorio, è passata a Catania. Tra gli indagati, sempre per rivelazione di segreto istruttorio, ci sono il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone e il suo aggiunto Michele Prestipino. Indagati, per lo stesso reato, anche altri due magistrati di Palermo, Roberta Buzzolani e Lia Sava, un sostituto della Dna, Giusto Sciacchitano, e otto giornalisti. La richiesta di archiviazione, sollecitata perché Ciancimino fa affermazioni con deduzioni senza riscontri, è stata firmata alla fine dello scorso febbraio dall’allora procuratore capo Vincenzo D’Agata e dal sostituto Antonino Fanara.


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