PALERMO – “Noi non intendiamo entrare nella programmazione urbanistica di Palermo, per questo probabilmente già la prossima settimana incontrerò il sindaco Leoluca Orlando”. Vincenzo Cannatella, da poco più di un mese commissario dell’Autorità portuale del capoluogo siciliano, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche divampate negli ultimi mesi tra il primo cittadino e il suo predecessore Nino Bevilacqua. Uno scontro tra enti scatenato sulla contesa sui porticcioli turistici, sul Foro italico e il Castello a mare che però Cannatella sembra intenzionato a voler archiviare.
Commissario è possibile una riconciliazione tra l’Ente porto e il comune di Palermo, vista la “guerra” degli ultimi mesi?
“Io ho già manifestato la mia disponibilità a sedere attorno a un tavolo con il comune di Palermo. So che il sindaco Orlando ha programmato alcuni incontri con i suoi assessori, cui dovrebbe seguire quello con l’Autorità portuale che dovrebbe tenersi a breve, forse già la prossima settimana”.
Ma quando vi incontrerete quale sarà la sua posizione e quindi quella dell’Autorità portuale?
“Diremo che noi non vogliamo entrare nel merito della programmazione urbanistica di Palermo, ed è un concetto che ho già espresso informalmente anche ad alcuni assessori. Da parte nostra c’è la massima disponibilità al dialogo. C’è la vicenda del Foro italico, degli scarichi fognari dei canali, dei lavori in corso. Parleremo di tutto. Del resto in questo mese ho già avuto modo di collaborare con l’assessore Agata Bazzi per i lavori dello scarico al Cantiere navale”.
Cosa significa che non siete interessati alla programmazione urbanistica?
“Vuol dire che non possiamo, né vogliamo, entrare nella programmazione urbanistica delle borgate marinare, che non ricadono nelle aree di nostra competenza. Da parte nostra ci sarà la massima collaborazione a togliere tutti gli ostacoli. E poi bisogna anche capire di che parliamo: la nostra competenza arriva fino a Sant’Erasmo, su cui si è perso un grosso finanziamento risalente a 20-25 anni fa”.
E sul Foro italico?
“Su quello terremo un tavolo ad hoc: rimarrà ovviamente nostro, ma la gestione andrà al Comune”.
Altro motivo di attrito con l’amministrazione comunale è stata la programmazione estiva al Castello a mare. Per la prossima estate siete al lavoro su un nuovo cartellone?
“Non ho alcuna comunicazione in merito , non organizzo feste. Semmai ho attivato un protocollo d’intesa con il Teatro Massimo perché si possa realizzare una sinergia con l’Autorità portuale che inviti i croceristi a visitare il teatro, che in linea d’aria dista appena trecento metri”.
Il Piano regolatore del porto adesso è al vaglio della Regione. Si aspetta un via libera?
“Questo va chiesto alla Regione, noi abbiamo fatto tutti i passi necessari per il piano regolatore che poco ha a che vedere con la città se non per i limiti territoriali. Subito dopo l’approvazione, cominceremo una collaborazione del Comune per una sinergia relativa ai fondi messi a disposizione”.
Andiamo all’attività crocieristica di Palermo che, secondo alcuni dati, fa segnare risultati positivi in controtendenza rispetto al resto d’Italia…
“E’ vero, abbiamo avuto 190 approdi nel 2013 che diventeranno 200 nel 2014 e con navi ancora più grandi. E sempre il prossimo anno prevediamo di toccare quota 490mila crocieristi, contro i 450mila di quest’anno. Prevediamo anche 430mila transiti e 30mila sbarchi e altrettanti imbarchi. Un incremento che si spiega con l’interesse di qualche compagnia che nel passato ci aveva trascurato e oggi ritiene più opportuno venire a Palermo forse anche per le basse tariffe. Stiamo investendo inoltre 28 milioni per il restyling della stazione marittima”.
Non è strano che Palermo, una città che affoga nei problemi, primo fra tutti l’immondizia, divenga meta di nuove compagnie di crociera?
“Le compagnie fanno i programmi in base alle richieste, il prodotto Palermo evidentemente interessa di più il turismo. Non c’è da vedere solo l’immondizia, le compagnie organizzano anche delle escursioni nell’hinterland come a Monreale o Cefalù”.
L’Autorità ha anche competenza sul porto di Termini Imerese. E’ possibile pensare a un porto termitano più votato al commerciale, lasciando a Palermo solo la fetta turistica?
“Anche se si sta investendo parecchio con l’interporto, non dimentichiamoci che il porto di Termini Imerese è più piccolo rispetto a quello di Palermo. Non c’è dubbio che la vocazione di Termini Imerese debba essere commerciale, per questo ho incontrato il sindaco Salvatore Burrafato con cui ho avviato una proficua collaborazione. Aspettiamo solo l’ufficialità per una nuova tratta che colleghi Termini a Gaeta”.
Lei sarà commissario fino a marzo. Si aspetta una nomina a presidente?
“Non ho la sfera di cristallo, lavoro prospetticamente per questo ma non sono io a decidere. Io sto solo lavorando e cerco di fare bene, portando avanti la gestione ordinaria. Ci sono tante cose da fare e sto dando il massimo”.